In una Sicilia devastata dagli incendi, il tema del surriscaldamento globale è sempre più attuale. Sul sistema dei trasporti, ed il modo in cui questi impattano sul nostro ambiente, l’Unione Europea sta lavorando assiduamente per tracciare un‘economia quanto più sostenibile al fine di evitare danni irreparabili per il nostro ecosistema. Secondo un report di Greenpeace però i viaggi in treno risultano in media due volte più costosi rispetto a quelli in aereo, nonostante abbiano un impatto climatico di molto inferiore. Perché tutto ciò? Il motivo risiede nelle tariffe delle compagnie aeree che risultano più convenienti rispetto a quelle dei treni nonostante le prime siano di gran lunga più inquinanti. Nelle tratte italiane il costo di un biglietto ferroviario può arrivare a costare per l’appunto addirittura due volte e mezzo in più rispetto a quelli del treno.
Secondo l’analisi di Greenpeace, questa differenza di costo fra questi due sistemi di trasporto si deve innanzitutto ad una diversa ripartizione degli obblighi fiscali. Ad oggi infatti, le compagnie aeree non pagano né l’imposta sul cherosene né l’Iva sui voli internazionali. Greenpeace sottolinea inoltre che le compagnie aeree low-cost, finiscono per sfruttare anche diversi vantaggi che derivano da condizioni di lavoro del personale ridotte al minimo legale e dai diversi sussidi concessi dalle autorità locali. Al contrario, le ferrovie devono pagare le imposte sull’energia, l’Iva e gli elevati pedaggi ferroviari imposti nella maggior parte dei Paesi. Secondo l’associazione le emissioni di gas serra prodotte dagli aerei sono fino a 10 volte superiori rispetto al semplice viaggio su rotaia. L’Italia in tutto ciò si staglia al quinto posto in Europa nella classifica dei Paesi con la maggior differenza di costo fra queste due modalità di trasporto.
“L’industria dell’aviazione è uno dei settori più dannosi per il clima e le compagnie aeree possono offrire biglietti a prezzi stracciati perché beneficiano di vantaggi fiscali scandalosi, che spingono i cittadini europei a scegliere i mezzi più inquinanti per viaggiare“, dichiara Federico Spadini, campagna Trasporti di Greenpeace Italia. “Le compagnie low-cost, in particolare, sfruttano ogni scappatoia per abbassare le tariffe, ma i voli da pochi euro sono possibili solo perché sono l’ambiente e i lavoratori a pagare il conto. È ora che i governi europei, incluso quello italiano, cambino radicalmente il settore dei trasporti, incentivando il treno e i mezzi di trasporto meno inquinanti, e facendo pagare le compagnie aeree per i danni climatici e sociali che producono”.
Per spingere gli individui a scegliere forme di trasporto più sostenibili al fine di correggere questa “stortura”, Greenpeace chiede ai governi europei di intervenire per rendere il trasporto ferroviario più conveniente dal punto di vista economico. Tra le soluzioni proposte spicca quella del cosiddetto “climate ticket“. Si tratta di un biglietto a lungo termine, economico e valido su tutti i mezzi di trasporto pubblico di un determinato Paese o di una certa regione. Anche da noi in Italia la filiale di Greenpeace ha lanciato una petizione affinché anche venga introdotto un “biglietto climatico” così da favorire questo tipo di trasporto. Parallelamente, l’altra richiesta è quella di porre fine ai sussidi alle compagnie aeree e agli aeroporti, iniziando con l’eliminazione graduale delle esenzioni fiscali per il cherosene.
Nonostante quindi si stia arrivando sempre più ad una vera e propria presa di coscienza della società civile in merito alle questioni che riguardano l’ambiente, è indubbio che tutto ciò non basti. Se infatti a tutto questo non seguirà un cambio di passo da parte delle istituzioni, per far sì che si venga in contro al cittadino, il tema dell’ecologia sarà un lusso riservato solo a pochi.