È stato disposto per Antonino De Luca, sindaco di Giardinello (PA), un ex finanziere condannato per favoreggiamento alla mafia e un dipendente comunale il divieto di dimora.
Gli indagati nell’inchiesta che vede coinvolto il sindaco sono l’ex maresciallo della guardia di finanza in servizio alla Dia Giuseppe Ciuro, coinvolto nell’inchiesta sulle cosiddette talpe alla direzione distrettuale antimafia che vide indagato e condannato anche l’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro. Ciuro fu condannato e scontò una condanna a 4 anni e 8 mesi. Insieme a loro anche il dipendente del Comune di Montelepre Andrea Caruso. Sono accusati di corruzione, falsità materiale e ideologica commessa da pubblici ufficiali, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Su delega della Procura di Palermo i carabinieri della compagnia di Partinico hanno eseguito l’ordinanza emessa dal gip. Per il sindaco e l’impiegato comunale è scattato il divieto di dimora nel comune di residenza, mentre per l’ex finanziere il divieto di dimora nell’intera provincia.
Nell’indagine è coinvolto anche un agente della polizia municipale del comune di Giardinello che, però, non ha avuto alcuna misura cautelare.
L’inchiesta è stata avviata a Gennaio 2020 quando sono state riscontrate delle anomalie nel corso di una pratica amministrativa.
Al centro dell’inchiesta due episodi: nel primo il sindaco di Giardinello avrebbe istigato un agente di polizia municipale a redigere un falso verbale di accertamento per iscrizione anagrafica, affinché un suo conoscente, l’ex finanziere, ottenesse la remissione di un debito; nel secondo episodio il primo cittadino avrebbe ottenuto l’appoggio politico grazie a un dipendente del comune di Montelepre che aveva una sua parente nel consiglio comunale di Giardinello. L’accordo prevedeva che il sindaco avrebbe stipulato con il dipendente comunale una convenzione per 18 mesi per fare lavorare l’impiegato comunale per alcune ore la settimana anche nel Comune. Alla fine dei 18 mesi il dipendente avrebbe ottenuto a Montelepre un contratto a tempo pieno e un conseguente aumento retributivo.
Il gip nel provvedimento ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per oltre 200.000 euro.