La partita delle scelte del governo regionale si giocherà anche sul commercio, l’artigianato e l’industria.
Tra le linee di programma dell’esecutivo guidato da Musumeci comincia a trovare una posizione definita la questione dell’accesso al credito.
Non a caso il governo siciliano, a quanto pare, sta cominciando a ripensare al ruolo di IRFIS, CRIAS e IRCAC, ipotizzando una sola struttura per il credito alle piccole ed alle medie imprese siciliane.
In dubbio il ruolo dell’IRSAP, a livello di funzioni, rispetto al passato, a sostegno delle imprese.
Per la riconversione dell’Area industriale di Gela, l’esecutivo sembra orientato a mantenre alto il livello della collaborazione tra ENI, amministrazione comunale di Gela e Regione Siciliana.
Sul piatto potrebbero esserci iniziative per lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nell’area, legate principalmente alla sperimentazione di nuove tecnologie in ambito ambientale e all’applicazione delle fonti energetiche rinnovabili, favorendo la ricollocazione dei lavoratori. Servirà inoltre tutto l’impegno dell’Amministrazione regionale per la definitiva risoluzione della crisi che ha investito l‟intera area di Termini Imerese, rilanciando nuove attività all’interno dell’ex stabilimento FIAT.
Tra gli interventi da realizzare con le risorse del Patto per il Sud trovano posto i progetti nelle aree di crisi complessa quali Termini Imerese e Gela, il mercato ortofrutticolo di Licata, nuove infrastrutture e messa in sicurezza di porti commerciali e turistici (Santo Stefano di Camastra e Marsala), interventi IRSAP nelle aree industriali, contratti di sviluppo e interventi sulla ricerca scientifica in campo sanitario e l’Accordo di programma MISE, INVITALIA e ENEL green POWER.
Nella relazione allegata al documento di programmazione economico finanziaria, infine, si legge: “Sul piano organizzativo il sistema bancario regionale è stato interessato da ulteriori processi di razionalizzazione così da risultare operante, al giugno 2017, con 62 banche (28 con sede legale in Sicilia) attive con 1471 sportelli operativi (478 quelli delle banche con sede in Sicilia) distribuiti solo su 308 dei 390 comuni siciliani. La performance al 30/6/2017 registrata da tale sistema bancario nel rapporto con la clientela residente in Sicilia ha messo in luce un valore superiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo dell’anno precedente per quel che riguarda i depositi; gli impieghi, al lordo delle sofferenze, hanno mostrato, invece, un dato inferiore rispetto a quello registrato nel giugno 2016 mentre le sofferenze hanno segnato un ulteriore aumento”.
Un quadro in divenire, tra luci e ombre.