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Berlusconi e la Sicilia

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lunedì 12 Giugno 2023

I siciliani non si sono fatti mancare certamente il “senso di Silvio” per la politica, lo sport e le belle donne. Dal 1993, anno della discesa in campo alle Regionali del 1996 e del 2001 in cui gli azzurri fecero il pieno di deputati, senza però avere mai, prima dello scorso settembre con Renato Schifani, la presidenza della Regione.

L’interfaccia principale del Cavaliere nell’Isola è sempre stato, a tutte le latitudini, Gianfranco Miccichè il figliol prodigo che lo aveva lasciato per una breve parentesi con Grande Sud, il movimento da lui fondato. A lui Berlusconi ha sempre guardato come riferimento di Fi.

Berlusconi è stato pure uno degli artefici principali della candidatura di Nello Musumeci, suo sottosegretario al Lavoro, nel 2017. Della “golden share” concessa dalla coalizione nel bel mezzo dello stallo per le regionali lo scorso anno, invece, Berlusconi diede atto alla coalizione, dando con orgoglio il via libera all’ex presidente del Senato come elemento di garanzia per il centrodestra. L’election day del 25 settembre 2022 segna il trionfo di Renato Schifani alla guida della Regione Siciliana.

Adesso che il Cavaliere è morto cosa resterà di Forza Italia?
“Un eroe della Repubblica Italiana – afferma Stefano Pellegrino capogruppo di FI alla’Ars -. Non c’è stata una guerra, ma una battaglia contro il giustizialismo e il populismo. Protagonista della nostra politica, lasciando a noi una grossa eredità che dobbiamo portare avanti, noi di FI e tutti i cittadini italiani. In Sicilia rappresentiamo, in questo momento, la roccaforte del partito, quindi continueremo col suo ricordo e con i suoi insegnamenti, un uomo dalle grandi gesta. Ecco perché eroe. Ha avuto la forza di sopravvivere alle vicende giudiziarie e ai processi, mantenendo comunque la sua affidabilità anche all’Estero”.

La notizia ci sconvolge sul piano umano, ancor prima che su quello politico – dice Marcello Caruso, coordinatore di FI in Sicilia – .Con la morte del nostro leader, l’intera Nazione perde un riferimento di grande valore. Ha cambiato gli scenari della nostra politica anche rispetto alla concezione della stessa. Per non parlare dei rapporti internazionali, vista la sua levatura. E’ un momento di grande dolore a cui seguiranno delle riflessioni politiche, ci ha insegnato che gli impegni presi vanno mantenuti e rispettati, ma al futuro ci penseremo dopo. Adesso viviamo un grande dolore. In qualità di rappresentanti del partito, ma anche per l’affetto profondo, ci recheremo ai funerali – probabilmente di Stato vista la levatura – nelle modalità che saranno stabilite”.Silvio Berlusconi e Renato Schifani

Silvio Berlusconi, da imprenditore a politico, ha segnato la storia anche in Sicilia, da sempre granaio di consensi per Roma. Ogni suo approdo sull’Isola era accompagnato da folle gremite di fans. Innegabile il primo boom elettorale con Forza Italia alle politiche del 1994: con il plebiscito in Sicilia iniziava la lunga ascesa politica del cavaliere.
Insieme a Berlusconi i suoi fedelissimi collaboratori, Marcello Dell’Utri e Gianfranco Miccichè che lanciarono il progetto politico. Luci e ombre- dovute alle inchieste giudiziarie – hanno fatto la loro parte.

L’exploit degli azzurri ha avuto le sue stagioni e facendo qualche salto temporale in avanti, anche le elezioni del 2017 furono un successo. Nel complesso Forza Italia raccolse il 16% numeri importanti che contribuirono alla elezione di Nello Musumeci a governatore. Ancora una volta FI si confermò come primo partito della coalizione di centrodestra, egemone rispetto agli alleati sovranisti. Poi la situazione in Sicilia è esplosa. A dicembre del 2022 le continue diatribe tra Schifani e Miccichè hanno spaccato in due Forza Italia tanto da invitare Berlusconi a “commissariare il partito”. Una situazione difficilmente ipotizzabile dopo il voto del 25 settembre quando è stato eletto governatore l’ex presidente del Senato Schifani.

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