Greenpeace stima che una riduzione dell’8% nell’uso di cereali per l’alimentazione animale nell’UE consentirebbe di risparmiare abbastanza frumento per compensare il deficit previsto a causa dell’invasione della Russia in Ucraina.
La ong chiede quindi all’Unione europea, che oggi ha presentato la strategia per il settore agroalimentare, di “ridurre il numero di animali allevati in modo intensivo per liberare cereali sufficienti a compensare il deficit di grano, e diminuire la dipendenza dell’Ue da fertilizzanti sintetici sempre più costosi e inquinanti”.
“Le lobby agroindustriali stanno chiedendo ai contribuenti di tirarsi la zappa sui piedi, pagando il conto per mangimi, fertilizzanti di sintesi e per ridurre le tutele ambientali“, dichiara Federica Ferrario, della campagna agricoltura di Greenpeace Italia, che chiede invece di “sostenere gli agricoltori in un percorso per ridurre il numero di animali allevati, e non continuare a finanziare con risorse pubbliche questa modello insostenibile. Meno carne e latticini, insieme a incentivi per le produzioni ecologiche, renderebbero l’agricoltura europea più resistente agli shock”