Il gup Lorenzo Matassa ha archiviato l’indagine su Ugo Forello, candidato sindaco di Palermo del Movimento Cinque Stelle, accusato di “induzione a rendere dichiarazioni mendaci”. L’indagine è scattata dopo la denuncia di alcuni deputati nazionali grillini travolti dal caso firme false e indagati nel capoluogo siciliano per questa vicenda.
Secondo Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita, che hanno presentato un esposto circa due mesi fa, l’inchiesta della Procura di Palermo sulle firme false sarebbe stata in qualche modo ispirata da Forello, tra i fondatori di Addiopizzo e dimessosi dall’associazione da circa un anno per dedicarsi all’attività politica. Forello – secondo chi ha denunciato – avrebbe imbeccato coloro che si autoaccusarono come la parlamentare regionale Claudia La Rocca, “vantando anche rapporti” con i pm che indagavano sulla vicenda delle firme false.
Una ricostruzione che si sarebbe rivelata decisamente falsa. E infatti, secondo il giudice, le mail mandate da Forello a chi era coinvolto nella vicenda della firme non hanno alcun rilievo illecito. Nella prima mail, Forello parla del procuratore aggiunto Dino Petralia come “una persona che conosco molto bene e con il quale collaboro in diverse situazioni delicate. E’ un buon magistrato che svolgerà le indagini con scrupolo e attenzione”.
“La conoscenza riferita da Forello, in questo contesto, ben potrebbe essere quella raccontata da un grande scrittore di giallistica giudiziaria in un suo romanzo”, scrive il giudice. Per quanto riguarda la parte in cui Forello dice che “è importante presentarsi spontaneamente davanti all’autorità giudiziaria… dimostrando di voler contribuire alle indagini”. Per il giudice, “questa opinione non è solo vera ma anche giusta”. Dunque non solo non c’è reato, ma quello del candidato sindaco grillino per il gup è un atteggiamento assolutamente giusto e corretto.
L’ultima parte in cui Forello sconsiglia “di proporre querela” nei confronti delle Iene, è stata chiarita dall’indagato durante l’interrogatorio del gip. “Egli avrebbe sconsigliato la querela – scrive il giudice – per la semplice ragione che i fatti apparivano di tale e inequivocabile chiarezza da non permettere una diversa interpretazione delle cose”. In più Ugo Forello non “formulò mai una richiesta di corrispettivo materiale”.
Adesso, la prossima tappa di questa vicenda potrebbe essere il rinvio a giudizio di Nuti e compagni (Di Vita, Mannino ecc.) indagati a Palermo per la falsificazione delle firme in occasione delle elezioni amministrative del 2012. E con molta probabilità, se dovesse arrivare il rinvio a giudizio, i tre parlamentari potrebbero essere espulsi dal M5Stelle.
“Mai avuto dubbi sull’inconsistenza della denuncia nei miei confronti – ha commentato lo stesso Forello – non l’ho mai esternato solo per rispetto del lavoro della magistratura. Detto questo, oggi si mette un punto finale in questa storia. Adesso è il momento di guardare, tutti insieme, avanti: la città di Palermo merita un’amministrazione a 5 stelle”.