Un anno di reclusione per l’ex rettore di Catania, Antonino Recca, otto mesi per un dipendente dell’ateneo, Nino Di Maria, pene sospese, e l’assoluzione del responsabile della struttura informatica, Enrico Commise.
E’ la sentenza della seconda sezione penale del Tribunale etneo del processo sull’invio di una mail elettorale a sostegno di una candidata nel 2012 dell’Udc all’Ars, che si è poi ritirata, utilizzando una lista di posta elettronica e il server dell’università. I giudici hanno assolto Recca e Di Maria dall’accusa di induzione a rendere dichiarazioni mendaci e configurato soltanto il reato di uso di dati segreti a fini non patrimoniali. L’ex rettore è stato condannato anche a un risarcimento di 20 mila euro nei confronti dell’università, che si era costituita parte civile e ne aveva chiesto 100mila.
Le posizioni della candidata, Maria Elena Grassi, moglie di Di Maria, e di suo figlio Daniele Di Maria sono state stralciate dall’inchiesta della Procura e archiviate.
Gli avvocati Guido Ziccone e Tommaso Tamburino hanno sottolineato che nei confronti di Recca “è venuta meno la contestazione più grave e la condanna riguarda un reato minore contestato nella forma più attenuata” e hanno annunciato ricorso contro la sentenza. Ricorso sarà presentato anche dall’avvocato Walter Rapisarda per Di Maria, al quale sono state riconosciute le attenuanti generiche. Soddisfatto per l’assoluzione del suo assistito, Enrico Commise, l’avvocato Goffredo D’Antona.
Le indagini sono state eseguite dalla polizia postale. Il reato ipotizzato per tutti era di rivelazione di segreto d’ufficio per avere utilizzato “gli elenchi di indirizzi email di iscritti all’ateneo, destinati a rimanere segreti, al fine di favorire la campagna elettorale di Maria Elena Grassi, candidata alle elezioni indette per il rinnovo dell’Assemblea regionale Siciliana per l’anno 2012”.