Non sarà solo la rivincita Orlando-Ferrandelli del 2012. Il terzo incomodo c’è ed è pesante. Ugo Forello, fondatore di Addio Pizzo, è uscito vincitore dal confronto con Igor Gelarda (in foto), l’ispettore di Polizia, che incarnava ‘l’anima di destra’ che piaceva molto ad alcuni grillini. In Sicilia il ricambio generazionale è merce rara. La classe dirigente spesso si improvvisa. Non si prepara. Dalle nostre parti, anche le guerre di successione tra i partiti, spesso si giocano in famiglia, consumate all’ombra del rancore. Ne sanno qualcosa anche i pentastellati con le defezioni al veleno del gruppo di attivisti che si rivedono nelle posizioni di Riccardo Nuti. Un corollario pratico sarà quello della risoluzione del problema delle quote rosa nella lista per il consiglio comunale di Palermo, dopo un consistente numero di abbandoni. Nella candidatura di Ugo Forello invece non c’è improvvisazione.
Un prezzo da pagare al caso delle firme false ci doveva essere ed è stato assorbito più all’interno, oltre che attutito all’esterno, dove la gente sembra molto meno impressionata e più incline ad andare oltre. Forello, attivista del movimento, ha fatto parte dei tavoli di lavoro, – precisano da M5S- proviene dal mondo delle associazioni. Proprio quest’appartenenza gli ha dovuto fare schivare le prime polemiche che si sono affacciate all’orizzonte quando venne posta l’opportunità ed un potenziale conflitto d’interessi tra le attività degli organi che hanno il compito di esaminare e decidere sui benefici del fondo di solidarietà ed il ruolo svolto all’interno di associazioni antiracket e antiusura, tra cui Addiopizzo, di cui Forello è tra i fondatori. E pure vero però che il Movimento cinque stelle ha tirato dal cilindro la sua candidatura, pur senza blindarla, dopo settimane in cui qualcuno cominciava a temere il disimpegno del partito di Grillo dalla lotta per la sindacatura di Palermo. Già si citava il parallelismo con Napoli dove due mondi distinti con desistenze implicite, quello dei parlamentari nazionali e quello locale, non hanno prodotto alle comunali grandi esiti nonostante a Napoli ci sia la presenza di leader nazionali come Fico e Di Maio.
La realtà delle elezioni amministrative è stata meno redditizia per il M5S. Per quanto riguarda la rappresentatività del campione di 600 militanti che hanno deciso la competizione, l’atto di fiducia e la delega in bianco viene di fatto esercitata da parte di chi vota il Movimento cinque stelle e ne accetta metodi, uomini e percorsi. La democrazia del clic spiana la strada al pari delle primarie, dove in effetti non sono mancati i veleni in passato, mentre chi pensava a un disimpegno del gruppo dell’Ars in occasione di queste competizioni, dovrà rivedere i suoi conti. La stella polare rimane la guida di Cancelleri (in foto), Trizzino e degli altri. Adesso è tempo di programma, dai temi più grossi a quelli di rifinitura come il ruolo delle circoscrizioni oggi alla luce di un profondo rinnovamento di metodi chiesto dalla base grillina. Nella città in cui Orlando sta completando il suo diciassettesimo anno di sindacatura, dove si guarda con sufficienza alle candidature annunciate o potenziali dei giovani Ismaele La Vardera e Francesco Vozza, il M5S manda in campo un quarantenne caricandolo di grosse ambizioni. L’obbiettivo è il ballottaggio. Il sogno la vittoria ai calci di rigore.