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Unicredit, Urzì (First Cisl) e Angelini (Fabi): “Preoccupante il continuo calo degli organici”

giovedì 9 Marzo 2017

C’è inquietudine tra i sindacati per quanto riguarda la riorganizzazione in Sicilia dell’Unicredit. Oggi è stato presentato a Palermo, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali siciliane, il “Progetto Italia” dell’Istituto di credito con un focus sulla trasformazione del modello operativo. A destare molte perplessità non è tanto la ridefinizione organizzativa dell’istituto nell’Isola, ma la sensibile diminuzione del numero dei dipendenti verificatasi negli ultimi tempi.

La nuova struttura della Regione Sicilia prevede 15 nuove Aree Retail più un’Area Retail Pegno (Palermo Nord, Palermo Centro, Palermo Sud, Palermo Provincia Est, Trapani, Agrigento Ovest, Agrigento Est, Caltanissetta/Enna, Catania, Catania Provincia Ovest, Catania Provincia Nord, Ragusa, Siracusa, Messina, Messina Provincia Ovest, Pegno). Inoltre la riorganizzazione comporta l’accentramento dei preesistenti 8 Centri Corporate in due nuove Aree Corporate, Sicilia Ovest (con strutture ad Agrigento, Caltanissetta, Palermo, Partinico, Sciacca e Trapani) e  Sicilia Est (con strutture a Catania, Messina, Ragusa, Sant’Agata di Militello, Siracusa, Vittoria).

Gabriele Urzì
Giuseppe Angelini

“Quello che ci preoccupa – affermano affermano  Gabriele Urzì e Giuseppe Angelini rispettivamente Segretari Nazionali di Gruppo Unicredit First Cisl e Fabi è che gli organici in soli sei mesi sono passati da 3.125 a 3.068 con una diminuzione di oltre 55 unità ( – 1,78%)”. 

Dotazioni che secondo le stime sono destinate a calare ulteriormente quando verranno rese esecutive le scelte del Piano aziendale varate dalla Banca. Secondo i due rappresentanti sindacali, inoltre, tale situazione rischia di compromettere l’operatività stessa dell’Istituto nell’Isola. “Nei prossimi mesi, non appena si conosceranno i numeri delle adesioni all’esodo incentivato ai sensi dell’accordo del 4 febbraio scorso, avremo un quadro preciso dell’ulteriore impoverimento della rete e delle strutture di governo in Sicilia che, se non adeguatamente contrastato con un turn over di personale, rischia di mettere in seria difficoltà l’operatività della banca nell’Isola”.

“Occorre – concludono i sindacalisti – che Unicredit, che ha raccolto la gloriosa eredità del Banco di Sicilia ed è la banca maggiormente rappresentativa sul territorio, unitamente alla nuova riorganizzazione, di cui valuteremo gli effetti nel tempo, supporti maggiormente il potenziale di crescita esistente in Sicilia, offuscato purtroppo da tanti elementi di incertezza e da una restrizione a volte eccessiva nella concessione del credito che riguarda però tutte le banche”.
In altre parole frenare l’emorragia di personale se non addirittura destinare nuovi investimenti per mantenere la forte presenza nel territorio.

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