A Catania è stato presentato il prototipo di un robot che raccoglie e differenzia i rifiuti sulle spiagge con l’ausilio dell’Intelligenza artificiale (IA). Il robot è entrato in azione all’ex Lido Università sul litorale della Playa, nell’ambito della manifestazione “Fai la differenza”, promossa dall’area della Terza Missione dell’Università di Catania in occasione del “Festival dello Sviluppo sostenibile 2023”.
Il robot ha affiancato studenti e docenti dell’ateneo coinvolti nel “waste mob”, iniziativa di pulizia della spiaggia e del litorale, muovendosi autonomamente sulla spiaggia, raccogliendo i rifiuti con il proprio “braccio” dopo averli localizzati, riconosciuti e classificati, proprio grazie all’ausilio dell’Intelligenza artificiale e di droni da remoto.
Il progetto “Bioblu” (Robotic BIOremediation for coastal debris in BLUE Flag beach and in a Maritime Protected Area) è nato a novembre 2020. Inserito nel programma Interreg Italia-Malta 2014-2020, Asse 3 “Ambiente e gestione dei rischi” – Ambiente e Uso Efficiente delle Risorse (OT6) per un ammontare complessivo di 1.650.052,44 euro, tra fondi Fesr e fondi nazionali.
L’obiettivo è creare un servizio per la pulizia delle spiagge mediante l’uso di sistemi innovativi e un’analisi fisico-biologica della catena trofica con l’utilizzo di tecnologie avanzate.
Dal 17 al 21 Ottobre 2022 è stato eseguito il test funzionale del sistema di individuazione e raccolta dei rifiuti sulla spiaggia di “Ramla Bay” a Gozo, Malta.
Al progetto hanno preso parte l’Università di Catania – con il dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica (DIEEI) -, l’Università di Messina – con il dipartimento di Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche e ambientali (come ente capofila) -, l’Università di Malta – con il “Department of communications and computer engineering” -, il Ministero di Gozo ed il comune di Milazzo.
Le aree oggetto di sperimentazione del test sono state le spiagge delle due Aree Marine Protette (Capo Milazzo e Ramla Bay).
I rifiuti presenti in spiaggia vengono rilevati e classificati mediante un drone completamente autonomo, equipaggiato con appositi sensori e sistema di riconoscimento delle immagini in tecnologia “Machine Learning”, ramo dell’Intelligenza artificiale.
Il sistema classifica il rifiuto rilevato per tipo e pezzatura e realizza una “griglia di azione” che viene inviata al robot dotato di braccio meccanico, il quale, in completa autonomia, raccoglie i rifiuti suddividendoli per due categorie differenziate: riciclabile (PET e lattine) e non riciclabile (gomma, PVC, etc.). Infine, il rifiuto viene conferito in un’apposito contenitore/compattatore per lo smaltimento.
“Il metodo innovativo – spiega il professore Giovanni Muscato, direttore del DIEEI e responsabile scientifico del progetto per l’Università di Catania – consiste in un kit ad alta tecnologia e completamente automatico basato su un processo di deep learning, che riconoscerà i rifiuti da remoto tramite droni, ne consentirà la raccolta in modo robotizzato, facilitando lo smaltimento in campane compattatrici in modo differenziato”.
“Grazie all’analisi fisico-biologica dei rifiuti – conclude il docente – ne viene determinata la provenienza mediante un sistema integrato di rilevamento delle correnti e l’impatto che soprattutto le microplastiche hanno sulle faune, al fine di valutarne la ricaduta sulla catena alimentare”.