“All’Università di Palermo l’età media alla laurea è 26,7 anni per il complesso dei laureati, nello specifico 25,3 anni per i laureati di primo livello e 28,2 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo avere ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. Il 41% dei laureati termina l’università in corso: in particolare sono il 33% tra i triennali e il 63% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 105,3 su 110: 101,9 per i laureati di primo livello e 110,3 per i magistrali biennali“.
Questa l’istantanea del XIX Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale che il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato al convegno “Università e skill nella seconda fase della globalizzazione”, presso l’Università di Parma.
“L’analisi dei dati del Rapporto Almalaurea – commenta il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari – sottolinea la necessità di perseguire nuove politiche di crescita e di sviluppo economico per il nostro territorio, mirate alla creazione di lavoro qualificato, un impegno a cui UniPa contribuisce con tutte le sue competenze e professionalità. Rispetto allo scorso anno possiamo registrare con favore una lieve crescita (dal 72 al 75%) dell’occupazione per i laureati a 5 anni dal conseguimento del titolo. Sul fronte della formazione – continua Micari – trovo molto significativo il dato riguardante l’alto numero dei nostri laureati (85%) che si dichiara pienamente soddisfatto della personale esperienza universitaria. Considero motivo di orgoglio anche la percentuale (83%) di soddisfatti del rapporto col corpo docente e la percentuale dei laureati (74%) che ritengono adeguato il proprio carico di studi. Questi dati – conclude il Rettore – confermano la solida base didattica su cui è fondato il nostro Ateneo e l’attenzione che i nostri docenti dedicano alla qualità della preparazione di ogni singolo studente”.
I laureati nel 2016 dell’Università di Palermo coinvolti nel Report dei laureati sono 7.605. Si tratta di 3.952 di primo livello, 2.012 magistrali biennali e 1.470 a ciclo unico; i restanti sono laureati pre-riforma o del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.
L’1% dei laureati, secondo quanto emerge dal rapporto, proviene da fuori regione (senza differenze particolari tra i triennali e i magistrali biennali). La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari allo 0,6%: lo 0,2% tra i triennali e l’1,6% tra i magistrali biennali.
È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 71% dei laureati: è il 69% per il primo livello e il 67% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 15% dei laureati: è il 16% per il primo livello e il 17% per i magistrali biennali. Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.
Il 60% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: sono il 69% tra i laureati di primo livello e il 51% tra i magistrali biennali (valore che cresce al 73% considerando anche coloro che l’hanno svolta solo nel triennio). Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) l’11% dei laureati: il 6% per i triennali e il 10% per magistrali biennali (quota che sale al 12% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio).
Il 47% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 47% tra i laureati di primo livello e il 52% tra i magistrali biennali. Sempre secondo quanto emerge dallo studio, l’83% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e il 74% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso.
In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, 51 laureati su cento considerano le aule adeguate; più in generale, 85 laureati su cento si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso. E quanti si iscriverebbero di nuovo allo stesso corso presso lo stesso Ateneo? Il 58% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 7% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.
L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 13.904 laureati dell’Ateneo di Palermo. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati triennali e magistrali biennali usciti nel 2015 e contattati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati magistrali biennali usciti nel 2011 e coinvolti dopo cinque anni. In particolare, l’indagine ha coinvolto 4.291 laureati triennali del 2015, contattati a un anno dal titolo (nel 2016). Dal momento che una quota consistente di laureati di primo livello, complessivamente il 59%, prosegue il percorso formativo con la magistrale, sono state fotografate le performance occupazionali di coloro che dopo la conquista del titolo hanno scelto di non proseguire gli studi e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro. Isolando quindi i laureati triennali dell’Università di Palermo che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale (40%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo.
Il tasso di occupazione (si considerano occupati, seguendo la definizione adottata dall’Istat, anche quanti sono in formazione retribuita) è del 47%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 39%.
Il 31% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti), mentre il 16% svolge un’attività autonoma effettiva (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.). La retribuzione è in media di 968 euro mensili netti.
Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Sono 49 laureati su 100, i quali considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono. I laureati magistrali biennali del 2015 contattati dopo un anno dal titolo sono 1.974, quelli del 2011 coinvolti a cinque anni sono 1.755.
Il 54% dei laureati magistrali biennali del 2015 è occupato (sono compresi anche coloro che sono in formazione retribuita). Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 35%. In pratica 35 occupati su cento possono contare su un contratto a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti), mentre l’8% svolge un’attività autonoma. La retribuzione è di 1.003 euro mensili netti; il 50% ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo.
Il 75% dei laureati magistrali biennali del 2011 è occupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 16%. Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato (compreso quello a tutele crescenti) sono il 46%, mentre svolge un lavoro autonomo il 18%. Le retribuzioni arrivano a 1.223 euro mensili netti; 59 laureati su cento ritengono la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che stanno svolgendo. Ma dove vanno a lavorare? Il 67% dei laureati è inserito nel settore privato, il 27% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (5%). L’ambito dei servizi assorbe l’82%, mentre l’industria accoglie il 15% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.