Si è conclusa con nuove scoperte, dopo due mesi di intense attività di ricerca, la seconda campagna di scavi della missione archeologica in Iraq dell’Università di Catania.
Gli archeologi hanno portato alla luce il complesso sistema di fortificazioni e di gestione delle acque che segnava il versante nord-orientale della città di Tell Muhammad, fondata all’inizio dell’epoca Paelobabilonese (età di Hammurabi) nei pressi dell’odierna Baghdad e abbandonata circa 250 anni dopo in corrispondenza della cosiddetta Caduta di Babilonia (1595 a.C.) da parte del sovrano Ittita Mursili I.
La campagna, diretta da Nicola Laneri, docente in forze al dipartimento di Scienze umanistiche dell’ateneo siciliano, dove insegna Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente, ha confermato i preziosi indizi emersi lo scorso anno, quando la missione nuovamente realizzata in collaborazione con lo State Board of Antiquities and Heritage (Sbah) dell’Iraq e supportata dal ministero italiano degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, aveva consentito di ritrovare la porta monumentale nella cinta muraria di Hammurabi, magnifici vasi e due edifici risalenti al II millennio a.C.
“A conclusione delle ricerche – dice Laneri – il ministro della Cultura dell’Iraq Ahmed Fakak, il direttore dello State Board of Antiquities and Heritage Laith Hussein, l’ambasciatore italiano in Iraq Maurizio Greganti e l’ambasciatrice australiana Paula Ganly, hanno visitato il sito, apprezzando la straordinarietà delle scoperte di una delle poche città mesopotamiche che testimoniano le incredibili capacità ingegneristiche degli antichi babilonesi nell’epoca dei sovrani della I dinastia di Babilonia, e in particolare di Hammurabi”.