Il presidente della V sezione del Tar di Catania Michele Buonauro ha rigettato il ricorso presentato dal professor Letterio Bonina, Decano dell’Università di Messina in merito al caso dell’indizione delle elezioni.
Il Decano, dopo le roventi settimane seguite al suo provvedimento d’indizione che il Direttore generale Bonanno ha dichiarato irricevibile e contro il quale oltre 500 docenti e più di 250 dipendenti dell’Ateneo hanno firmato un documento, ha deciso di rivolgersi al Tar, ma visti i tempi ristretti, al giudice monocratico, chiedendo quindi un provvedimento cautelare ex art. 56 che disponesse l’immediata pubblicazione del decreto e le indizioni delle elezioni.
Il giudice monocratico ha oggi respinto il ricorso del decano: ripercorrendo sotto il profilo normativo le tappe che hanno caratterizzato la vicenda.
Come si ricorderà Bonina, che sarà decano dell’Ateneo fino al 30 settembre perché l’1 ottobre va in pensione, aveva fissato le elezioni per il nuovo Rettore il 29 settembre (il giorno prima del suo pensionamento), con secondo turno il 6 ottobre e l’eventuale ballottaggio il 13 (QUI) Elezioni che quindi si sarebbero dovute tenere con notevole anticipo rispetto a quanto prevede la normativa dal momento che il mandato del Rettore Cuzzocrea scade il 18 aprile del 2024. Era stato il Direttore Generale a motivare le spiegazioni della mancata pubblicazione del decreto definito irricevibile (QUI). Oltre al fatto che Bonina non sarà più decano né in base ai termini previsti dalla normativa per l’indizione delle elezioni (il 18 ottobre), né stando al decreto dello stesso Bonina al secondo turno del 6 ottobre, vi erano altri rilievi, compresa l’esclusione di un certo numero di docenti e studenti alla votazione dal momento che l’anno accademico inizia il 1 ottobre. Nel contempo 500 docenti avevano anche firmato una lettera (QUI) invitando il Decano a tornare sui suoi passi (QUI). Nel mezzo della vicenda, come spiegato dallo stesso Decano, c’è il timore da parte di Bonina, che il ministro Bernini firmi le nuove regole per i mandati dei Rettori e quindi proroghi di altri due anni quello di Cuzzocrea. Insomma, la fretta era dovuta alle indiscrezioni sulla proroga. Su questo punto nulla si sa di ufficiale, ma sul piano della contesta tra Decano e Dg è il Tar a mettere un punto. Non ci sono motivi di urgenze cautelari.
“premesso che l’articolo 9 dello Statuto dell’Università degli Studi di Messina- si legge nella sentenza- prevede la convocazione del corpo elettorale per la elezione del Rettore almeno trenta giorni prima della data fissata per le votazioni, le quali si devono svolgere almeno novanta giorni prima della scadenza del Rettore in carica; visto che, per tali votazioni, la data individuata dal ricorrente, in qualità di Decano, è il 29 settembre 2023; rilevato che, rispetto alla scadenza del presente mandato rettorale (17 aprile 2024), il termine minimo di centoventi giorni cade nella metà del mese di dicembre 2023.
Nel rigettare il ricorso il giudice monocratico fa anche alcune considerazioni tenuto conto sia della posizione di Bonina che delle controdeduzioni presentate dalla controparte (il Dg dell’Università Bonanno).
“considerato che, in disparte i numerosi rilievi in ordine alla legittimità del decreto di indizione della elezione del Rettore, la natura strumentale dell’interesse fatto valere (peraltro derivante da una evocata lesione di una prerogativa di un munus pubblico) e la sussistenza di un congruo spazio temporale per la fissazione di valide votazioni in conformità alla scansione cronologica prescritta dallo Statuto depotenziano la gravità del pregiudizio lamentato, con la conseguenza che non appare sussistente il carattere di irreparabilità che deve sorreggere la misura cautelare monocratica”.
Bonina infatti aveva invocato “la sussistenza del periculum in mora, di tale rilevanza e immanenza, tale da fondare la richiesta di adozione di decreto Presidenziale cautelare inaudita altera parte. Appare a tal fine necessario rammentare che le elezioni sono state fissate per il giorno 29 settembre 2023. Ciò comporta che le candidature debbano essere essere presentate entro il prossimo 9 settembre 2023, non consentendo tale termine di poter attendere l’udienza in Camera di Consiglio per la discussione in contraddittorio della domanda cautelare”.
Il Tar ha invece ravvisato sia mancanza di urgenza che rilievi in ordine alla legittimità del decreto d’indizione del Decano, pertanto, il giudice “Rigetta l’istanza cautelare monocratica e fissa per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 12 settembre 2023” . Nessuna urgenza quindi nè di indire le elezioni nè di anticiparle al 29 settembre nè quindi di pubblicare il decreto d’indizione così come predisposto dal Decano.