Purtroppo la pandemia coronavirus ha generato una tragedia su base mondiale che neanche il peggiore dei film catastrofici era riuscito a prevedere. Il tentativo disperato, a volte isterico, di curare senza una base scientifica solida sul piano delle prove basate sulle evidenze cliniche ha portato ad usare una serie di terapie che via via si sono sgonfiate non superando la prova dei trial randomizzati controllati che rappresentano l’unico disegno scientifico in grado di attestare l’efficacia di un farmaco. Prima la clorochina, poi l’azitromicina e adesso il remdesevir e il plasma iperimmune sono caduti quando sottoposti alla prova sperimentale. La storia dei vaccini anti-COVID-19 rischia di generare drammi ancora più grandi.
Le terapie finora provate si somministrano ai malati mentre un vaccino si somministra a soggetti sani. Il vaccino non si sottrae alle prove sperimentali che devono essere robuste e il fattore tempo risulta importante per capire fino in fondo l’efficacia di un qualunque vaccino e soprattutto la sua sicurezza. Tentare una cura su di un malato che può morire risponde comunque ad una etica medica a cui siamo abituati e per cui abbiamo anche giurato ricordando le parole dell’argivo Ippocrate, ma somministrare un intervento terapeutico ad un soggetto sano senza le adeguate prove di efficacia e di sicurezza violano il brocardo primum non nŏcēre, un principio alla base di ogni insegnamento medico. Abbiamo già analizzato tutte le anomalie sulla vicenda vaccini anti-covid-19 in cui appaiono evidenti quantomeno le pressioni politiche se non quelle economiche.
Tuttavia, si deve segnalare il fatto incredibile di proclami scientifici su tutti i media da parte di sponsor, che in altra epoca avrebbe fatto gridare allo scandalo, ed affermazioni di eminenti scienziati che parlano di somministrazione di vaccini come fatto scontato, per fede, e prima di ogni autorizzazione da parte degli enti regolatori. Cosa si può aggiungere prima delle prossime “scontate autorizzazioni” da parte dell’EMA e dell’FDA. Certamente i fatti dietro la recente approvazione dell’ente regolatorio britannico (il Medicines and Healthcare products Regulatory Agency). Prima di tutto è una autorizzazione temporanea e l’ente precisa che non deve essere considerata una autorizzazione alla commercializzazione(1). Inoltre i fatti (i numeri o evidenze) sono questi (2):
- per quanto riguarda la sicurezza sono stati valutati 19.067 soggetti (9531 COVID-19 mRNA Vaccino BNT162b2 e 9536 placebo) per soli due mesi dopo la seconda dose.
- per quanto riguarda l’efficacia i dati riguardano 36.621 soggetti (18.242 nel gruppo vaccino COVID-19 mRNA e 18.379 nel gruppo placebo) seguiti per poco più di 43 giorni. Le estrapolazioni di efficacia (94,7%) riguardano incredibilmente solo un totale 170 casi di covid e nel gruppo placebo si è registrata un tasso di infezione dello 0,88% che è di gran lunga inferiore a quello del mondo reale.
A parte questi dati che rendono non plausibile un uso così precoce del vaccino, se non nell’ottica di una vera e propria etica veterinaria per frenare ad ogni costo la pandemia (poi si vedrà), si dovrebbe affrontare con gli esperti del settore delle biotecnologie quali implicazioni può avere sulla salute umana dei prossimi decenni, rispetto ai vaccini attualmente usati, un vaccino a mRNA che rappresenta una innovazione tecnologica all’avanguardia, ma non per questo necessariamente più efficace e più sicura fino a prova contraria.
Le presenti valutazioni debbono essere intese per quelle che sono: un richiamo alla verità scientifica e ai risultati delle ricerche finora disponibili nel pieno rispetto dell’etica umana e contro ogni deviazione che riteniamo non giustificata neanche nel corso dell’attuale pandemia. Cosa diversa sarebbe stato sulla base di un consenso internazionale trasparente, modificare i tempi di osservazione delle varie ricerche già partite per renderli plausibili con la situazione attuale ma senza mai dimenticare che un vaccino è uno strumento straordinario solo se viene assicurata la massima sicurezza visto che chi ne usufruisce è sano e lo vuole rimanere.