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Cresce l’attesa per il verdetto di Ema sulla ripresa o meno della campagna di vaccinazione AstraZeneca. All’Agenzia Europea per i Medicinali spetta infatti l’ultima parola sulla possibile correlazione tra il vaccino anglo-svedese e i casi di tromboembolia riscontrati in alcuni paesi europei, Italia compresa.
Mentre gli esperti si interrogano e procede la valutazione sui dati clinici ed epidemiologici di fatto, la campagna vaccinale sta subendo un arresto e sta creando non pochi dubbi e timori fra i cittadini.
La Sicilia, oltre alla sospensione di tutti i lotti del vaccino, deve anche fare i conti con le inchieste aperte dalle Procure di Catania, Trapani e Siracusa, seguite alla denuncia di tre decessi sospetti segnalati nei giorni scorsi.
Nonostante la paura e i timori, molti palermitani intervistati si dicono comunque favorevoli alla ripresa della vaccinazione, anche con AstraZeneca purché vengano effettuati i dovuti controlli.
Una posizione in linea con quella espressa dal Ministro della Salute Roberto Speranza che, nel suo intervento alle Commissioni riunite Affari sociali di camera e Senato ha precisato che: “Quanto avvenuto nelle ultime ore nei principali Paesi Ue non incrina la fiducia nell’arma più importante di cui disponiamo per contrastare il Covid. L’auspicio del governo italiano e dei principali governi europei è che già nella giornata di domani possano arrivare i chiarimenti e le rassicurazioni necessarie per poter superare le difficoltà delle ultime giornate. Pretendiamo il massimo livello di sicurezza”.
In linea generale, restano tante perplessità. Allo stato attuale, potendo scegliere, diversi intervistati rifiuterebbero il vaccino AstraZeneca ma sarebbero comunque pronti a ricredersi qualora, dalle autorità sanitarie europee e italiane, si procedesse per il riavvio della campagna vaccinale.
Il sentimento comune è quello di procedere all‘immunizzazione di massa vista come l’unica possibilità per uscire da un incubo lungo ormai più di un anno.
Senza un’accelerazione però, l’obiettivo di vaccinare una larga fetta di popolazione entro la fine dell’estate, sfumerebbe completamente. Del resto, tra gli intervistati c’è anche chi a più di 70 anni, potrà vaccinarsi solo fra due mesi, nonostante la prenotazione.
La percezione è che i cittadini, in questo momento delicato siano anche disposti ad accettare il rischio di possibili effetti collaterali ma senza rinunciare ai controlli, a un’informazione corretta e a una maggiore chiarezza da parte delle istituzioni.