Ore calde, le ultime per l’Assemblea regionale siciliana, o forse no. La palla è sempre nelle mani della II Commissione parlamentare, presieduta da Dario Daidone e la protagonista è sempre lei: la fantomatica variazione di bilancio.
Ieri è stato tentato l’esperimento politico, ma il nulla di fatto ha preso ancora una volta il sopravvento: sono saltati i lavori in Commissione Bilancio e quelli d’aula. Il governo Schifani e la maggioranza si sono riuniti per l’intera giornata, una riunione con i capigruppo dei partiti di coalizione che hanno condotto un tour de force fino alle ore 17. Ma le fibrillazioni nel centrodestra continuano a produrre effetti non proprio rosei e la ragione è sempre legata al fatto che non si riesce a trovare una quadra che vada a genio a tutti. Anche in Commissione Salute, guidata da Pippo Laccoto, la seduta non ha prodotto granché tanto è vero che il dibattito per l’approfondimento della bozza relativa alla riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana è stato aggiornato al 6 agosto.
Ma torniamo alla manovra ter. Il governatore siciliano Renato Schifani auspica di portare a casa qualche articolo, rimandando il resto a settembre, sperando che ci siano tempi migliori e soprattutto umori positivi.
Tuttavia la strategia è quella di ridurre ulteriormente gli articoli del disegno di legge, portando in aula una manovra che conti circa 15 articoli da far approvare entro il 6 agosto, per poi riprendere le altre norme a settembre. Le norme da sopporre al voto di agosto riguardano una serie di provvedimenti urgenti, quindi tutto quello che riguarda la protezione civile, l’acqua, i dissalatori, i disabili gravissimi, liste attesa, scuola. Emergenze che però si scontrano con le tempistiche, dato che i provvedimenti in questione necessitano di decreti attuativi e quindi bisognerà aspettare comunque il mese di settembre. Una road map difficile da seguire, qualora le opposizioni decidano di servirsi di tutti gli strumenti parlamentari per fare ostruzionismo, allungando i tempi e rendendo difficile la votazione. L’incertezza rimane, tutto potrebbe saltare nel giro di poco tempo.
Intanto oggi la Commissione Bilancio avrà due, tre giorni per esitare il testo e spedirlo in aula, dove i dibattiti sulle questioni aperte si preannunciando serrati. Inoltre, va dato tempo per la presentazione degli emendamenti, almeno 48 ore di tempo. Anche se le opposizioni chiederanno più giorni per le modifiche al testo. Quindi se non si incardina questo venerdì o sabato, non c’è il tempo per arrivare martedì prossimo in aula.
La manovra da 345 milioni di euro, a quanto pare, non avrebbe convito esattamente tutti, soprattutto in alcuni punti, considerati in più rispetto ai temi emergenziali e ai tre macro-argomenti che gravitano su sicurezza, welfare e Pil. Nell’occhio del ciclone, sarebbero finiti l’acquisto di nuovi immobili per gli uffici regionali e i debiti legati ad alcune società della Regione.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, aveva espresso con chiarezza la sua posizione, aderendo a un percorso politico finalizzato a fornire risposte tempestive. Ha inoltre manifestato la speranza che le forze parlamentari condividano questa visione e collaborino in modo costruttivo. Tuttavia, la realizzazione di tale obiettivo si presenta complessa, da un lato, i tempi particolarmente ristretti, che coincidono con il periodo di ferragosto, rischiano di non consentire un’adeguata discussione in aula. E dall’altro, il persistente clima di tensione tra i partiti all’interno dell’Assemblea Regionale rischia di compromettere il raggiungimento di un’intesa politica.
Tempi stretti, ma soprattutto critici. Per una parte degli articoli contenuti nella manovra ter da 345 milioni di euro, dovremo aspettare ai primi giorni di settembre, alla riapertura dei lavori d’aula per il voto finale.
Dubbi e incertezze si respirano tra le mura di Palazzo dei Normanni e al momento si parla di prove tecniche per il governo e per la maggioranza.