La giunta regionale siciliana ha deliberato la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza per la viabilità nell’isola, da inviare al governo centrale. Durante la sua ultima visita in Sicilia il ministro per le Infrastrutture e i trasporti Danilo Toninelli aveva annunciato che avrebbe nominato per la viabilità in Sicilia un commissario straordinario.
Era stato il dipartimento della Protezione civile a emanare una prima relazione, poi fatta proprio dal Presidente della Regione Nello Musumeci, in cui si parla di “grave situazione di criticità” a proposito della viabilità nel territorio della Regione.
Uno stato di cose che affonda le radici in un passato lontano, come è la stessa relazione del dipartimento della Protezione civile ad affermare. La motivazione della richiesta è infatti da ricercarsi “nel dato emerso in questi ultimi decenni, che ha visto tutto il territorio della Regione siciliana interessato da notevoli dissesti anche a seguito di gravissimi eventi meteorologici alluvionali che di fatto hanno coinvolto in maniera rilevante e incisiva tutta la viabilità della regione“.
Nella relazione della Protezione civile si fa inoltre riferimento allo stato di criticità di diverse strade che hanno richiesto la necessità di emanare atti interdittivi al transito e si specifica come la gestione in emergenza non aiuti a risolvere il problema, in quanto i provvedimenti tampone risultano poi insufficienti nel momento in cui le alluvioni, la tracimazione dei fiumi e gli altri eventi atmosferici avversi si ripropongono. Il dipartimento regionale, inoltre, sottolinea come la crisi finanziaria delle ex Province, enti preposti alla cura di moltissime strade, “ha di fatto annullato gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla viabilità”.
Quella della Regione è una presa d’atto dell’impossibilità di potere risolvere da sola le problematiche relative alla mobilità su strada della Sicilia. Secondo quanto si legge nella delibera, “La Regione Siciliana con risorse proprie non può fare fronte, da sola, ai costi legati a tutti gli interventi necessari al ripristino della viabilità regionale danneggiata o alla realizzazione di nuove opere strutturali, soprattutto in tempi brevi, necessitando, pertanto, di misure straordinarie che consentano un’immediatezza d’intervento. Rimangono, ad oggi, notevolissimi i disagi – prosegue la relazione – relativamente a tutte le arterie rimaste interrotte a causa dei gravi dissesti idrogeologici, frane in atto e collasso di strutture rilevanti, in zone ad altissimo rischio idrogeologico“.