In Sicilia non è possibile acquistare online i biglietti dei musei e dei siti archeologici. Proprio così, nella regione che vanta il 30 per cento di tutto il patrimonio artistico italiano o ti presenti agli ingressi munito di denaro, oppure resti fuori.
Chi volesse programmare la propria visita cercando di acquistare un biglietto su Internet può mettersi il cuore in pace, perché non può farlo né adoperando la propria carta di credito e nemmeno altri sistemi telematici, come paypal. Il tutto, perché manca una leggina che dovrebbe essere approvata dal parlamento regionale, per adeguare il sistema siciliano alle norme dell’Ue. Nell’attesa, tutti in coda davanti alla biglietteria.
Ne dà notizia il Giornale di Sicilia di oggi con un articolo di Riccardo Vescovo, che sottolinea anche l’allarme lanciato dal Cobas-Codir secondo cui questa mancanza potrebbe favorire eventuali rapinatori, che potrebbero facilmente recarsi in uno dei siti culturali siciliani con la quasi certezza di trovare i soldi in cassa.
Il disguido (chiamiamolo così con molta generosità) è dovuto a un vuoto normativo. Di quelli che di certo non passano inosservati. E infatti (come ricorda sempre il Giornale di Sicilia) nel 2005, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato una norma con la quale ha affidato alla Fondazione Federico II il compito di occuparsi della vendita online dei biglietti di musei, luoghi d’arte e siti archeologici. Peccato che nel frattempo sono cambiate le regole europee che stabiliscono i rapporti fra la pubblica amministrazione e le società. E infatti, perché la Fondazione possa effettivamente dare avvio al servizio di “teleticketing” (così si chiama) è necessario che la maggioranza del suo consiglio di amministrazione venga nominato dalla Regione e non più dall’Ars come avviene attualmente. Modifica sostanziale, che per diventare operativa ha bisogno di una legge regionale. Legge che (neanche a dirlo) manca e non si vede nemmeno all’orizzonte.
E così, fino a quando l’Ars non approverà una norma che vada in questa direzione o la Regione Siciliana non deciderà di cambiare il sistema di gestione delle biglietterie telematiche, nei siti culturali dell’Isola si potrà entrare soltanto armandosi di pazienza e mettendosi in coda. Con buona pace della tanto sbandierata “vocazione turistico-culturale” della Sicilia.