Un altro caso scuote la nuova Ars e l’opinione pubblica: dopo l’arresto di Cateno De Luca, eletto nell’Udc e ieri assolto per un’altra vicenda relativa a quando era sindaco del comune di Fiumedinisi nel Messinese, nel mirino della magistratura adesso è finito Edy Tamajo, 41 anni, eletto con 14 mila voti nelle fila di “Sicilia Futura” (il movimento creato da Totò Cardinale), che appoggiava il rettore Fabrizio Micari.
Al parlamentare il pm Francesco Lo Voi ha notificato un avviso di garanzia. L’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Il deputato, noto anche per essere il presidente della Parmonval, squadra di calcio di Partanna Mondello, il terzo più votato nell’isola, secondo i magistrati avrebbe comprato voti: 25 euro il prezzo di ogni preferenza.
Nei prossimi giorni Tamajo dovrà comparire davanti ai magistrati Sergio Demontis e Fabiola Fornaro, intanto la Guardia di Finanza ha perquisito il suo comitato elettorale.
Edy Tamajo, figlio di Aristide ex consigliere comunale e assessore al traffico, ha già nominato due legali, Giovanni Castronovo e Nino Caleca, che garantiscono l’innocenza del Parlamentare: “Chiariremo tutto e alla fine Tamajo ne uscirà come parte offesa, per qualcosa che altri hanno commesso alle sue spalle“.
Insieme a Tamajo sono indagate per gli stessi reati altre tre persone: Giuseppe Montesano, Christian e Nicolina D’Alia. Attraverso intercettazioni, la Guardia di finanza indagava, già prima del voto, sulla compravendita di consensi. L’inchiesta s’innesta su una precedente condotta dai carabinieri per voto di scambio politico-mafioso che coinvolse il candidato a sindaco di Palermo Fabrizio Ferrandelli nella campagna elettorale del 2012.
Tamajo si difende così sul suo profilo Facebook:
«Carissimi Amici , apprendo con stupore l’avvio dell’inchiesta giudiziaria nei miei confronti.
Posso affermare, senza timore di smentita, di non aver mai comprato un solo consenso, ma di aver costruito la mia carriera politica sull’attività quotidiana a favore della gente e della collettività. Si tratta di condotte che sono lontano anni luce dal mio modo di fare politica, da quello della mia famiglia e del mio gruppo politico. Ho dato la mia totale disponibilità, nei confronti dell’autorità giudiziaria, per chiarire questa incresciosa vicenda che sono sicuro, grazie al lavoro dei miei avvocati,riuscirò prestissimo a dimostrare che si tratta di un infondato castello di accuse!
Starò in silenzio per qualche giorno… un silenzio pieno di rabbia e un cuore lacerato che batte forte.
Giunga a tutti voi, cari amici miei (cariche istituzionali comprese), un profondo abbraccio, ed un caloroso incoraggiamento a continuare ad espletare il vostro lavoro con serietà ed onestà… quella che ci ha sempre contraddistinto! Vi voglio bene!».
E sempre su Facebook Claudio Fava a proposito dell’inchiesta attacca Orlando, Micari e Faraone: “Tamajo, uomo di Cardinale, eletto con il centrosinistra con 25 euro a voto. E secondo Orlando, Micari e Faraone mi sarei dovuto alleare con questi personaggi?“.
La presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, a margine di un convegno di Libera sul tema delle mafie a Torino, commenta: “La notizia è sicuramente preoccupante. L’indagine nei confronti di Edy Tamajo, il candidato di Sicilia Futura che sosteneva Micari indagato per avere comprato voti alle ultime elezioni regionali, preoccupa molto, perché il vizio della corruzione del voto di scambio, l’uso improprio del consenso, sembra attraversare in modo bipartisan le forze politiche. Non è una buona possibilità di partenza per il presidente Musumeci, che merita una condizione migliore per amministrare bene quella Regione, che ha tanto bisogno di un buon governo. Si conferma la necessità di un impegno maggiore delle forze politiche – sottolinea – nel selezionare la classe dirigente e nel trovare i modi per ricercare il consenso. Anche perché in quella terra le politiche clientelari sono sicuramente un vettore per la mafia“.
Arriva puntuale l’appoggio dell’ex ministro Totò Cardinale: “Ho piena fiducia nella magistratura, a cui riconosco rigore e serietà, e confido che accerti rapidamente i fatti e che possa rendere giustizia a un giovane come Tamajo“.
Tamajo ha ottenuto 13.984 voti nella circoscrizione di Palermo, risultando in assoluto il terzo degli eletti per numero di preferenza. Secondo la Procura di Palermo, che lo accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, avrebbe pagato 25 euro a voto attraverso tre “mediatori” che risultano anche loro indagati. “Sicilia Futura (che a livello regionale ha ottenuto il 6% dei consensi, ndr) ha condotto una campagna elettorale ‘francescana’ – sottolinea il suo leader – senza grandi mezzi e grandi risorse. Questo vale anche per Tamajo e la sua famiglia. Ho parlato telefonicamente con lui: mi ha giurato tra le lacrime, e io ci credo, di non avere mai conosciuto, né visto, né parlato con i protagonisti di questa vicenda esecrabile che lede l’immagine della Sicilia e delle sue istituzioni”.