“Io non posso accettare il ricatto e la minaccia. Il ricatto è che se tutti decidiamo di non parlare e dobbiamo trovare una linea comune, voglio capire l’anonimo che oggi fa un resoconto attraverso la stampa, di una riunione interna, quando ancora deve essere sancito un ragionamento, perchè lo fa?”.
Non usa mezzi termini a ilSicilia.it il deputato regionale pentastellato Sergio Tancredi che, a seguito della riunione fiume di ieri fra i parlamentari regionali 5 Stelle, rompe il silenzio stampa, dopo che qualcuno del suo gruppo, a quanto pare, non ha tenuto la bocca cucita, nonostante il patto di non spiattellare sui giornali i fatti interni ai pentastellati siciliani. Patti di “silenzio stampa” che sarebbero stati infranti sul nascere, visto che le indiscrezioni sul contenuto del loro incontro a porte chiuse sono uscite e adesso si sprecano interpretazioni.
Tancredi, uno dei leader dell’area moderata dei grillini all’Ars, dato più volte come pronto ad abbandonare i 5 Stelle, è visibilmente infastidito anche sul contenuto di ciò che è stato spifferato ai giornali: “Leggo che chi non vota in linea con il gruppo parlamentare per tre volte verrebbe cacciato. Mi auguro che sia una supposizione giornalistica, perchè non posso pensare che qualche deputato del M5s abbia fatto simili dichiarazioni”.
Il deputato di Mazara del Vallo lancia parole al vetriolo: “Chi decide chi sta nel giusto o nello sbagliato? Sulle questioni ognuno di noi nel movimento porta il suo parere e poi si fa la sintesi. Il movimento non va avanti attraverso la maggioranza. Dove sta la regola che se io per tre volte voto in difformità dal gruppo sono in errore? Chi è il probiviro siciliano che decide chi è in errore?”
Intanto, oggi ennesima riunione al gruppo parlamentare, con lo scopo di segnare una linea politica comune nel gruppo parlamentare. Forse.
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