Una grande festa per premiare e dare un formale riconoscimento ai primi cinquanta Negozi Storici (ed anche alberghi) a Palermo. Attività commerciali e artigianali meritevoli di essere riconosciute come parte imprescindibile del patrimonio culturale e commerciale del capoluogo siciliano, quali detentrici di un capitale sociale di relazioni umane e di tradizioni da difendere e tutelare, sono state premiate nel corso di una cerimonia pubblica da Confcommercio Palermo, in piazza San Domenico.
Presenti il sindaco Leoluca Orlando, che ha consegnato ai premiati la pergamena Tessera preziosa del Mosaico Palermo, la presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio, promotrice del progetto assieme alla presidente di Fondazione Salvare Palermo Renata Prescia, al presidente dell’associazione Cassaro Alto Giovanna Analdi, a Giuseppe Scuderi tra i responsabili del Progetto Policoro, e al presidente di cooperativa Terredamare Marco Sorrentino.
“Botteghe Storiche”, “Locali di Tradizione” e “Antichi Mestieri di Interesse Culturale” a Palermo – e prossimamente l’iniziativa sarà allargata anche all’intera provincia – hanno ricevuto una targa di riconoscimento. L’obiettivo è quello di tutelare tutte quelle attività commerciali e artigianali che hanno conservato la loro identità e la loro sede.
Sono ancora un numero imprecisato le attività sopravvissute negli anni, superando guerre mondiali, crisi e riprese economiche per arrivare, anche rinnovandosi, ai giorni nostri. Tutte le attività potranno presto far parte del Registro delle Botteghe Storiche, promosso da Confcommercio Palermo e Fondazione Salvare Palermo.
E’ già partito un vero e proprio censimento per identificare le realtà presenti nel territorio del centro storico della città, ma anche fuori del centro storico e nell’intera provincia. Orafi, argentieri, sartorie, bar, ristoranti, negozi di abbigliamento, farmacie, profumerie, gioiellerie, librerie, cartolerie, antiquari, tabaccherie, ferramenta, ottici e tanti laboratori artigianali di realizzazioni artistiche di diverso tipo, che insieme, oltre ad essere patrimonio economico e commerciale, costituiscono anche patrimonio culturale e turistico. Non si tratta di monumenti, ma di luoghi vivi dove quotidianamente si lavora: negozianti, artigiani e piccoli imprenditori che hanno avuto la capacità e la forza di sapersi rinnovare per stare sul mercato, sempre al passo con i tempi e senza perdere di vista il legame con la tradizione e che rispecchiano la nostra identità e unicità culturale.
Sono tante le attività commerciali e artigianali meritevoli di essere riconosciute come una parte imprescindibile del patrimonio culturale e commerciale del capoluogo siciliano e quali detentrici di un capitale sociale di relazioni umane e di tradizioni da difendere e tutelare. E’ questo il senso del progetto lanciato da Confcommercio Palermo per attuare una concreta ed efficace politica di valorizzazione del patrimonio storico, del legame alla tradizione o degli antichi mestieri da preservare.
Per ricevere l’attestazione i commercianti hanno dovuto dichiarare di essere in attività da 50 anni (anche non continuativi), con la conservazione della medesima merceologia ed insegna; di aver mantenuto la stessa gestione nonché sede fisica, altrimenti in sedi diverse, ma col mantenimento delle predette caratteristiche; la presenza di caratteristiche architettoniche di interesse tipologico ed architettonico, localizzazione dell’esercizio in un edificio ed in un contesto urbano di particolare interesse storico, conservazione parziale degli elementi di arredo originali. Tutto questo corredato da ampia documentazione.
“Le Botteghe Storiche – ha detto Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo – sono una parte imprescindibile del patrimonio della cultura, della storia commerciale, delle nostra identità e dell’ospitalità per le testimonianze, gli arredi e i ricordi che conservano e rappresentano un capitale sociale di relazioni umane, di custodia di tradizioni e di presidio del territorio: sono i “monumenti del commercio.
Nella nostra visione di città e di sviluppo della città – ha aggiunto Patrizia Di Dio – c’è anche la salvaguardia della memoria e dell’identità del nostro patrimonio culturale, tradizionale e quanto di bello e buono abbiamo. Il nostro compito, dunque, è anche quello di garantire la presenza di questi negozi e di salvaguardarli dalle nuove logiche commerciali che li minacciano. Non a caso Confcommercio si è impegnata e si sta impegnando per il censimento di queste attività, per riconoscere pubblicamente la loro esistenza e la loro storia e definire, con le altre istituzioni della città e dello Stato, leggi e normative che le tutelino. Un’azione – ha sottolineato Patrizia Di Dio – che riconosce il valore delle piccole e medie attività che si tramandano di padre in figlio, che sostiene la trasmissione di valori d’impresa e di saperi professionali ineguagliabili. I negozi, e non solo quelli storici, oltre che luoghi di scambi commerciali, stimolano gli incontri e la socialità, valorizzano il patrimonio immobiliare, danno il senso di comunità a una città, sono capaci di rinnovare il mercato nell’attuale prolungata emergenza; fedeli osservatori del territorio circostante e “ambasciatori delle arti.
L’Economia della bellezza si realizza con la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale, dobbiamo far emergere la grande bellezza con cui il mondo ci identifica, anche il “made in Italy” e che desidera conoscere. Abbiamo voluto dare un segno concreto per tutelare l’esistente – ha aggiunto Patrizia Di Dio –. Lo shopping delle grandi marche è uguale in tutto il mondo ma “andar per botteghe” è un’esperienza unica e irripetibile”.
“Niente meglio di queste botteghe, di questi piccoli imprenditori – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – rappresenta quanto sostengo sempre sulla necessità di coniugare le ali e le radici. Queste botteghe storiche sono certamente radici della nostra comunità e in essa hanno messo radice; questi imprenditori e le loro famiglie, con la dimostrata capacità di rimanere sempre presenti in un mercato, che certamente anche a Palermo è divenuto più difficile e competitivo, dimostrano la capacità di guardare lontano, saper aggiornarsi e restare al passo coi tempi ma allo stesso tempo restare fedeli alla propria storia e alle proprie tradizioni”.
Ecco l’elenco dei premiati:
Cassaro: Isola saporita; Tabacchi Analdi; Bar Marocco; Libreria Zacco; Giambertone gioielli; Gioielleria Ardito; Vincenzo Argento-Spettacoli Opera dei pupi; Vincenzo Argento-Laboratorio artigianale di pupi siciliani; Bar Ventimiglia; Chioschetto Cattedrale; Oreficeria Bottiglieri; Sartoria Romano; Maer Souvenir; Scalisi Tabacchi; Bisso Bistrot; Pantaleone Articoli religiosi; Sant’Angelo Francesca.
Carmine e Albergheria: Cannatella Food; Hotel Cortese; Farmacia Tortorici; Drogheria Scannavino; Antica Pasticceria Caffetteria Leto; Alimentari Napoli; Caffè Di Maria; Le Carrube Terranova; Panificio Pensabene.
Fieravecchia e Loggia: Sutera Gioiellieri dal 1902; Tutone Anice Unico; Grande Albergo Borsa; Veniero confetti; Torrefazione Ales; Macelleria Naso; Macelleria e minimarket Valenti.
Via Roma e dintorni: Gioielleria Cipolla; Hotel Posta; Cosentino Gioielli; Ciulla Oro; Torneria Vitrano; Hotel Massimo Plaza; Lina D’Antona; Grand Hotel De Palmes; Tabacchi Giacalone.
Via Libertà e Rione Villabianca: Pasticceria Costa; Grand Hotel Excelsior; Scalia Group.
Quartiere Montepellegrino e borgate Marinare: Pipi Costumi Teatrali; Grand Hotel Villa Igiea.
Contrada San Lorenzo ai Colli e Mondello: Gastronomia Armetta; Hotel Villa Lampedusa; Antico Chiosco Mondello.
Per chi desidera candidarsi è già pubblicato il secondo avviso “Negozi storici” di Palermo basta collegarsi a https://confcommercio.pa.it/download/ e scaricare il format della domanda.
Coloro che vorranno candidarsi per ricevere l’attestazione nella istanza dovranno dichiarare: 1) di esercitare l’attività da 50 anni (anche non continuativi), con la conservazione della medesima merceologia ed insegna; 2) di aver mantenuto la stessa gestione nonché sede fisica, altrimenti in sedi diverse, ma col mantenimento delle predette caratteristiche; 3) la presenza di caratteristiche architettoniche di interesse tipologico ed architettonico, localizzazione dell’esercizio in un edificio ed in un contesto urbano di particolare interesse storico, conservazione parziale degli elementi di arredo originali. La domanda di richiesta di iscrizione al registro delle Botteghe storiche, dei Locali di Tradizione o degli Antichi Mestieri di Interesse Culturale dovrà essere corredata da alcuni documenti, indispensabili per poter presentare la candidatura.