Le problematiche del 118 a Messina ed in provincia, ritornano periodicamente sotto i riflettori. La carenza di personale in un contesto di complessivo depotenziamento ha spesso innescato il dibattito sulla necessità di un forte intervento risolutorio.
A sollecitare provvedimenti in tal senso è la capogruppo Ars di Fratelli d’Italia Elvira Amata, dopo il caso di un medico di famiglia stroncato da infarto mentre stava per fare una visita domiciliare a Tortorici, una delle zone meno servite adeguatamente. L’ambulanza infatti è arrivata quando non c’era più nulla da fare.
“La morte del medico di famiglia di Tortorici stroncato da un infarto e secondo le cronache in attesa di un’ambulanza del 118 che tardava, e che quando è arrivata era priva del medico- dichiara Elvira Amata– impone una profonda riflessione sulla situazione dell’emergenza-urgenza in provincia di Messina, soprattutto nei territori montani e lontani dalle principali strutture ospedaliere”.
La deputata che è anche componente della Commissione salute Ars evidenzia come esista a Messina un problema di carenza di medici nel territorio. “Ma mentre l’Asp dì Catania ha deciso di dare incentivi economici ai medici del 118, la stessa cosa non ha fatto l’Asp di Messina- prosegue la Amata- E’ evidente che a fronte della delicatezza del ruolo del medico 118 vada corrisposta una adeguata retribuzione esattamente in base al carico di lavoro e ai rischi legati all’attività professionale”.
La capogruppo di Fratelli d’Italia ricorda d’aver incontrato l’assessore Razza con una delegazione di medici del 118 per affrontare insieme con lui le criticità di un sistema che purtroppo oggi sconta questioni mai affrontate in passato. “Da parte dell’assessore – continua Amata – era arrivato l’impegno a risolvere anche il problema della rivisitazione del contratto vecchio ormai da 15 anni e che mai è stato rinnovato. Resta, tuttavia, inconcepibile ed inammissibile che un’ambulanza del 118 possa muoversi senza medici a bordo e giungere sul posto con forti ritardi. Non si può sopportare l’idea che si possa morire per l’eventuale ritardo di un’ambulanza o per la mancanza di medici soccorritori. Il sistema va riorganizzato”