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Uno studente su cinque abbandona la scuola dell’obbligo, mentre un bambino su dieci non trova posto negli asili nido pubblici. E’ questa la triste realtà siciliana fotografata da uno studio sulla povertà educativa pubblicato in questi giorni dall’osservatorio Openpolis, realizzato sui dati disponibili del 2017 rilevati dall’Istat e dall’Eurostat. Nonostante i miglioramenti fatti dal 2013, anno in cui il governo emanò il decreto contro la dispersione, la Sicilia, con il 20,9%, è la seconda regione italiana per numero di giovani tra i 18 e i 24 anni ad avere conseguito al massimo un titolo di studio di terza media. La situazione è peggiore solo in Sardegna (21,2%), mentre la media nazionale è del 14%.
Un fallimento educativo che rende ancora più fragile la condizione di fragilità culturale, sociale ed economica in cui già si trovano migliaia di giovani, spesso appartenenti a famiglie disagiate. Un problema non solo personale, ma sociale.
Se si cala lo sguardo all’interno dell’Isola ci si accorge che ci sono province in cui la percentuale tocca dei picchi altissimi e altre in cui ci si avvicina alla media nazionale. A Caltanissetta e Catania il dato, infatti, supera il 25%. Valori molto alti sono stati rilevati anche a Ragusa (23,8%), Enna (22,9%), Palermo (20,4%) e Trapani (20,3%). A Messina e ad Agrigento, invece, le performance migliori. In queste due province, infatti, la quota di abbandoni è più contenuta, aggirandosi attorno al 16%.
Un fenomeno che al Sud affonda le sue radici nella carenza di strutture e servizi educativi dedicati alla prima infanzia. Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi all’anno scolastico 2014/2015, in Sicilia solo il 9,9% dei bambini sotto i 3 anni trova posto in una silo nido statale. Una percentuale ben lontana dalla media nazionale del 23% e dall’obiettivo del 33% stabilito dalla legge.
Tra i capoluoghi di regione Palermo si colloca all’ultimo posto con il 7,2%. A farle compagnia in fondo alla classifica Napoli e Bari. In testa troviamo le città del Nord e del Centro: Aosta e Bolzano sfondano quota 50%, mentre Trento, Bologna, Perugia, Roma, Cagliari e Firenze superano il 40%.