“Un aeroporto che non riesce a spendere 14 milioni di euro messi sul piatto dalla Regione per risollevarsi è l’alibi perfetto per chi non ha realmente intenzione di affrontare e risolvere la crisi, che si radica nell’assenza di un progetto per l’intero comparto turistico della Sicilia. A questo punto c’è da augurarsi che l’inerzia sullo scalo di Trapani Birgi sia solo incompetenza e non un disegno oscuro per pilotare al fallimento l’aeroporto e cederlo sotto costo a qualche manipolo di capitani coraggiosi. Sarebbe una storia già vista, un’Italia che non ci piace”.
La Lega, attraverso il coordinatore regionale enti locali, Igor Gelarda, torna a parlare della drammatica situazione che sta vivendo la provincia trapanese alle prese con la crisi di uno scalo che sta compromettendo l’economia del territorio.
Nei giorni scorsi su Birgi era intervenuto duramente sulla vicenda anche il senatore Stefano Candiani, sottosegretario al ministero dell’Interno e commissario della Lega in Sicilia, con il Carroccio che ha già chiesto l’intervento del ministero delle infrastrutture per trovare una rapida soluzione al problema, anche se la prossima stagione estiva è irrimediabilmente compromessa.
“Abbiamo notizie certe che Ryanair abbia dato disponibilità ad un rientro su Trapani Birgi – dice Gelarda – ma a fronte di piani e programmi precisi. Però continuano a mancare sia gli uni che gli altri. E la favola di una fusione con l’aeroporto di Palermo, oltre a essere incompatibile con i tempi di sopravvivenza di Airgest, non è neanche in agenda da parte del management dello scalo Falcone e Borsellino. Il presidente Musumeci parla di matrimonio tra Palermo e Trapani – aggiunge Gelarda – ma uno dei due sposi, il Comune di Palermo, non sembra minimamente interessato”.
Nel frattempo continuano a fare discutere le dimissioni di Elena Ferraro dal consiglio di amministrazione di Airgest. Un fulmine a ciel sereno nel giorno del vertice istituzionale in aeroporto del presidente della Regione.
“È stato un atto di grande responsabilità – dice Gelarda – che ha tolto il velo dell’ipocrisia ad una gestione dell’aeroporto votata al fallimento. Ma queste dimissioni, al tempo stesso, sono un segnale grave essendo contestuali all’abbandono del progetto politico di Diventerà Bellissima del presidente Musumeci. Elena Ferraro in questi mesi ha portato nel CdA di Airgest la voce dei territori, gli stessi comuni che adesso sono in rotta con Musumeci. Territori sempre più consapevoli – conclude Gelarda – che le scelte del governo regionale stanno condannando a morte l’aeroporto e un’intera provincia”.
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