Non vuole parlare di addio ma di commiato Serse Cosmi che si separa dal Trapani dopo tante vittorie e sogni non realizzati per un pelo. Cosmi è stato esonerato ieri sera. Una decisione sofferta quella della famiglia Morace che cerca la svolta dopo un periodo nerissimo.
“Cara Trapani, cari Trapanesi – scrive Cosmi – non potete neanche immaginare con quanta fatica e soprattutto con quanto dolore mi appresto a scrivere questa lettera di commiato (non potrà mai essere un addio). Mi sembra ieri quando arrivai nel marzo 2015 conoscendo poco di questa città, poco della squadra, niente della società e tutti consideravano questa mia scelta come una follia professionale e l’inevitabile canto del cigno. Mai come in questo caso si sono sbagliati. Da subito sono rimasto affascinato da tutto quello che mi circondava: la società, la squadra, i collaboratori tutti, ma soprattutto la magia di una città che improvvisamente mi ha abbracciato, rispettato e coccolato come mai avrei potuto aspettarmi e meritarmi”. Cosmi parla di “un’escalation di emozioni sportive e umane che mi hanno fatto crescere e vivere come un privilegiato, non del calcio, ma della vita. Se dovessi ringraziare tutti quelli che mi hanno concesso la loro disponibilità e amore, farei l’errore di dimenticare qualcuno, e non sarebbe giusto e quindi accomuno tutti in un grazie Trapani, grazie Trapanesi”. Il tecnico non può dimenticare “la suggestione dei tramonti, il calore infinito di uno stadio che invocava il mio nome quando il sogno stava per finire, lo scirocco che ho imparato a riconoscere perfino dal colore del cielo, nonostante sia io un uomo di terra, e tanti altri momenti mi faranno sentire per sempre figlio (spero adottivo, non illegittimo) della vostra terra. Mi sembra strano che mentre scrivo non scenda neanche una lacrima, ma sto pensando che forse l’ultima è rimasta nella panchina del Provinciale con il Pescara, ma era di stanchezza e di gioia, per quelle di dolore ho già dato nella mia vita”. “Mi è già successo di subire un esonero – conclude il mister – ma non è, non può essere come le altre volte…qui c’era molto di più!”.