Corteggiato per mesi da centro, sinistra e destra, con in dote una percentuale di consenso a due cifre decisiva alla vittoria di qualsiasi candidato, Fabrizio Ferrandelli un mese fa ha preso tutti in contropiede e ha deciso di candidarsi sindaco in prima persona. Lui dice che questa è la volta buona.
Di sicuro è quella in cui finalmente Ferrandelli può fare Ferrandelli. Libero da schemi di coalizione che lo ingabbiavano, si sta cucendo addosso una campagna da perfetto outsider, che può fare la differenza. Lo ha dimostrato ieri davanti Palazzo delle Aquile, conferenza stampa low cost: due roll up, una cassa e un microfono. Tanta gente in piazza di mercoledì mattina non si era mai vista. Arriva Ferrandelli sulle note dei Maneskin ed è subito in partita: “Noi non siamo quelli che stanno zitti e buoni”. Poi svela il claim della sua campagna: “Pronto!”, che mette subito fuorigioco quello di Miceli “sarò”. Una sfida tra chi è nel presente e chi parla al futuro.
Non c’è partita. Così come non c’è partita nella scelta di abbandonare la classica foto tessera da candidato, per fare spazio a una illustrazione, un disegno con sorriso rassicurante. E così, mentre il centrosinistra è alle prese con un candidato che non scalda i cuori (già sommerso di polemiche per lo slogan che riprende il titolo di un libro di un noto attore porno) e un centrodestra in guerra interna con più candidati ai nastri di partenza, l’outsider Ferrandelli, con la sua campagna leggera e diretta, può sparigliare le carte. Gira i quartieri, stringe mani, incontra tutti. Mentre gli altri si organizzano, lui ha già presentato i loghi delle sue tre liste.
“Conosco la macchina amministrativa meglio degli altri candidati, sono pronto”, ripete. Ed ha ragione. L’unico che la conosce più di lui è Leoluca Orlando. Che 10 anni fa ne ostacoló la corsa. E di cui, la città mormora, Ferrandelli è l’unico, tra i candidati in campo, a poter raccogliere il posto di Sindaco. Certo, poi ci sono le coalizioni, i voti d’apparato. Ma Ferrandelli questa volta c’è davvero.