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Dopo il “corteggiamento” c’è la serenata e Cateno De Luca ha scritto e interpretato la canzone che suggella l’intesa con Nino Germanà presentandosi sotto casa con tanto di tamburello, fisarmonica e telecamere. Germanà ha aperto le porte di casa in pigiama e sul divano del salotto sono state gettate le basi di un accordo che non è all’oscuro di Salvini e che anzi, secondo quanto dicono gli interessati “E’ un laboratorio. Stavolta è Messina che può diventare un laboratorio politico”. Certo è che Germanà non lascia la Lega e punta anzi a chiamare “Prima Messina” la lista a supporto di Federico Basile sindaco, con tanto di punti programmatici a richiesta.
“Ma quale strappo, non c’è stato nessuno strappo- continua a dire Germanà– Chi ha fatto la fuga in avanti nel centrodestra sono stati altri, Forza Italia, Genovese, Picciolo. Io sono certo che nelle prossime ore si farà sintesi. Salvini ha detto che le scelte per le amministrative le prendono i territori”.
Il comunicato con il quale Germanà ha annunciato l’accordo con Sicilia Vera, alla vigilia di Pasqua, usava espressamente i termini “Prima l’Italia” ed è escluso che Salvini, nelle stesse ore in cui anche a Palermo si raggiungeva l’intesa con Forza Italia per il ticket con Cascio, fosse all’oscuro. Certo, quello che Germanà chiama “laboratorio” è costato la carica di commissario provinciale a Daniela Bruno, rea d’aver sostenuto Germanà in “un’attività in dissenso con la linea regionale del partito”. Minardo le ha revocato l’incarico dieci minuti dopo le dichiarazioni a supporto di Germanà. La Lega si trova in pieno scontro interno e questa settimana sarà decisiva per capire chi correrà sotto i simboli di Prima l’Italia (e con chi).
C’è ancora un convitato di pietra ed è Fratelli d’Italia, partito che non si è ancora espresso ufficialmente, sebbene l’orientamento sia quello pro-Croce. Ma tutto è ancora possibile in una situazione surreale del centrodestra siciliano.
Dal canto suo Germanà tira dritto con un messaggio che è molto netto: “Io rappresento quel centrodestra che non si riconosce nella candidatura di Maurizio Croce che è stato imposto dall’alto, un accordo deciso tra pochi, i soliti, in una stanza. Io voglio dare una possibilità a chi è di centrodestra e tale vuole rimanere ma votare un’alternativa a Croce. Io voglio vincere in una città che è sempre stata di centrodestra ma con Maurizio, che stimo e che è un nome rispettabilissimo, non si vince, non è la candidatura adatta”.
Insomma la terza lista di Cateno, finora rimasta nascosta, inizia a prendere forma e secondo i piani di Germanà si chiamerà Prima Messina, ma il percorso è ancora tortuoso. I vertici della Lega a Messina stanno affilando le armi.
Intanto Cateno ha colto la palla al balzo di Germanà e da ieri fa appelli a chiunque non si riconosca nelle scelte dei partiti. Se dall’altra parte c’è il “tutti contro Cateno” lui replica con “Cateno contro i soliti noti”, trasversalmente. La prima breccia l’ha aperta Germanà. E potrebbero esserci altre serenate….