Un giornalista utilizzato come prestanome dai boss per aggirare le normative antimafia. C’è anche questo tra le carte dell’operazione Ermes 2 che stamane ha coinvolto 11 persone e sequestrato 3 società, di cui due operative nel settore dei rifiuti. E’ in questo contesto che emerge la figura di Filippo Siragusa, giornalista di 55 anni originario di Castelvetrano, collaboratore del Giornale di Sicilia e direttore di un sito internet locale.
Il professionista da tempo collaborava con la Mestra (Materiali edile scavi trasporti recuperi ambientali srl) una delle aziende sequestrate stamane dagli agenti della Squadra Mobile di Trapani perchè ritenuta nelle disponibilità dei fratelli Carlo e Giuseppe Loretta, arrestati nel blitz. Negli uffici della società venivano perfino organizzati degli incontri a cui avrebbero partecipato il boss di Mazara del Vallo, Vito Gondola, l’attuale collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa (cugino acquisito del latitante), Vincenzo Giappone (arrestato nell’operazione Witness), Sergio Giglio (imputato dinanzi al tribunale di Marsala) Ignazio Lombardo e Baldassare Marino, ucciso nelle campagne di Marsala.
L’azienda, secondo le indagini coordinate dalla procuratrice aggiunta Teresa Principato e dai pm Paolo Guido, Carlo Marzella e Gianluca De Leo, agiva in regime di assoluto monopolio, non essendo state concesse altre licenze similari ed era in grado di condizionare, slealmente, le attività connesse alla edilizia pubblica e privata sul territorio di Mazara del Vallo” ma dopo un interdittiva antimafia i fratelli Loretta decidevano di scorporarla coinvolgendo nell’operazione il giornalista Siragusa e due dipendenti della Mestra: Anna Bonomo e Andrea Alessandrino. Siragusa da qualche tempo, collaborava con la Mestra “nel procacciare attività di smaltimento di rifiuti non pericolosi ma anche la dismissione di manufatti di amianto” e l’1 settembre del 2014 veniva costituita la Medio Ambiente società cooperativa con i tre come soci. “L’azienda ben presto acquisiva tutte le prescritte autorizzazioni per accedere agli appalti pubblici nonché per poter richiedere, di volta in volta, le autorizzazioni sanitarie per la rimozione dei materiali pericolosi”.
Durante le intercettazioni gli agenti della Squadra Mobile ricostruivano l’interesse del giornalista alla gestione della predetta impresa accanto ai Loretta accertando che il Siragusa “era perfettamente a conoscenza dello spessore criminale dei Loretta e del perché era stata costituita la Medio Ambiente“. Ma non solo. Siragusa durante una serie di incontri con Giuseppe Loretta “aveva cercato di delineare le strategie di mercato per far “decollare” la nuova società della quale era socio e della quale, per circa un mese dopo la costituzione, era stato anche amministratore prodigandosi di far confluire verso la Medio Ambiente alcune commesse, che già aveva procacciato per conto della Mestra”. Siragusa oggi sulla propia pagina Facebook si è difeso così: “Ci sono momenti nella vita in cui ti arrivano dei colpi che non ti aspetti. Avrò modo di chiarire ogni cosa ai magistrati. Ho fiducia in loro e sono certo che presto sarà tutto chiarito in merito alle accuse che mi sono state rivolte. Dire altro in questo momento non serve. E ‘ un momento difficile per me e per i miei cari . Questo territorio mi conosce da troppi anni e sa come ho sempre agito come giornalista e lavoratore precario”.