“Ora abbiamo perso la pazienza” è questa la sintesi della nota, firmata da esponenti della Lega (tra i quali il coordinatore cittadino Nino Beninati) sulla querelle messinese dopo lo strappo di Nino Germanà che da sabato è a sostegno di Federico Basile sindaco.
Se da un lato Germanà ribadisce che Salvini è a conoscenza dell’intesa e a quanto pare la avalla dall’altro c’è chi considera Germanà un “fuoriuscito”. Pomo della discordia è la lista Prima l’Italia e chi è titolato a rappresentare ufficialmente la Lega o meno.
“Dopo settimane di pazienza, prudenza e responsabilità si sente la necessità, da parte dei sottoscritti, di esternare il nostro punto di vista rispetto alle vicende che hanno contraddistinto PRIMA L’ITALIA durante le trattative per la formazione delle alleanze in vista delle amministrative che, a Messina, porteranno all’elezione del sindaco della città e della città metropolitana”
scrivono Antonio Catalfamo capogruppo all’Ars, Nino Beninati coordinatore cittadino Messina, Dino Bramanti capogruppo comune di Messina, Carmelo Torre Barbera vice-coordinatore provinciale, Giovanni Bucolo consigliere di V circoscrizione, Giovanni Celi consigliere VI circoscrizione, Roberto Cerreti, Ciccio Curcio, Tanino Caliò, Peppuccio Santalco.
“Lamentiamo una totale assenza di condivisione rispetto alle scelte e strategie adottate, soprattutto con riferimento all’individuazione del candidato sindaco di bandiera, mai passata attraverso una anche minima fase di concertazione con quanti, all’interno del partito, avrebbero dovuto sostenerla e avallarla, tanto in città quanto in provincia”. L’attacco è frontale ed è nei confronti di Nino Germanà la cui candidatura a sindaco delle scorse settimane, secondo quanto si legge, non sarebbe stata condivisa dagli altri esponenti della Lega.
Non è un mistero che nella Lega si sia creata una frattura tra chi sostiene Germanà e chi invece opta per la candidatura di Maurizio Croce lanciata dai 5 partiti del centrodestra (Ora Sicilia, Forza Italia, Sicilia Futura, Udc, Democrazia Liberale). La nota prosegue, con un chiaro affondo nei confronti di Germanà che da candidato sindaco del centrodestra è diventato sostenitore di Federico Basile che non è della stessa coalizione. Anzi è rivale del centrodestra stesso.
“Ciononostante, finche’ questa proposta è rimasta nel perimetro del centrodestra, abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco, per amore di partito, pur essendo la figura individuata come potenziale sindaco divisiva non solo per gli alleati, come più volte da loro stessi rappresentato, ma addirittura all’interno di PRIMA L’ITALIA. Nemmeno le continue e scomposte comunicazioni autoreferenziali del candidato sindaco, (ndr.Germanà) susseguitesi nelle ultime settimane, spesso lesive dell’onorabilità degli alleati del centrodestra, e pertanto potenzialmente idonee a scalfire i buoni rapporti con questi ultimi, rei evidentemente di non averlo sostenuto, sono state frutto di preventivo avallo, bensì di estemporaneità e di un protagonismo sempre più incurante del rispetto verso la base del partito.Il limite del sopportabile, che porta a questa comunicazione, è stato superato quando l’ormai ex candidato sindaco di PRIMA L’ITALIA ha inteso, a titolo non personale, ma parlando a nome di tutti (senza ovviamente averne ottenuto il placet preventivo), virare su posizioni esterne al perimetro del centrodestra”.
Insomma il fatto che Nino Germanà nel comunicato ufficiale di adesione al candidato di Sicilia Vera abbia espressamente fatto riferimento a Prima l’Italia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
“Come già notificato ai vertici regionali i firmatari non sono in condizione di avallare e sostenere tale posizionamento- conclude la nota- per il semplice e ineludibile ostacolo costituito dal fatto di sentirsi saldamente ancorati, per idee politiche e scale valoriali, alla coalizione di centrodestra, non volendo in alcun modo rinnegare tali idee e valori solo per assecondare i capricci di chi ha ricevuto i no degli alleati e tenta con ogni stratagemma di fuggire al confronto elettorale interno al partito. A un mese e mezzo dal voto, animati da spirito di lealtà e collaborazione, abbiamo ritenuto indifferibile e necessario comunicare alla dirigenza regionale il nostro totale dissenso rispetto a quanto finora verificatosi, mettendola inoltre a conoscenza che la condotta che desideriamo tenere, in un’ottica di linearità politica, è il sostegno al candidato sindaco del centrodestra Maurizio Croce. In applicazione del più volte recentemente sancito criterio di autodeterminazione dei territori, si evitino forzature innaturali che costituirebbero una irrecuperabile, palese ed iniqua, oltre che autolesionista e distruttiva, discriminazione ai danni della spina dorsale del partito nel territorio della provincia”.