Una talpa istituzionale protegge la latitanza di Matteo Messina Denaro? L’ipotesi è rilanciata questa mattina dal quotidiano “La Repubblica” che traccia uno spaccato inedito delle possibili connivenze. Latitante da un quarto di secolo, l’ultimo capo mafia di stretta “osservanza corleonese” potrebbe avere un asso nella manica.
Tracce dell’esistenza di questa” risorsa” informativa emerge dalla indagini degli ultimi anni. Un vero rompicapo per forze dell’ordine e magistratura che riescono ad arrestare uomini e donne vicini al boss di Castelvetrano: fare terra bruciata ancora non basta. Le intercettazioni riportate dal quotidiano potrebbero dimostrare che la “primula rossa” di Castelvetrano goda di una o più talpe all’interno, o vicino ad ambienti istituzionali. Le intercettazioni risalgono all’estate di quattro anni fa.
Nei dialoghi tra il boss Vito Gondola e l’imprenditore Carlo Loretta (entrambi in contatto con il superlatitante, secondo le indagini degli ultimi anni) sembra proprio che una talpa spifferi notizie riservate ai capi mafia trapanesi. Un vero e proprio sistema di alert per quei soggetti implicati nelle indagini sulla rete di complicità che sostiene il potere mafioso e la latitanza di Matteo Messina Denaro. Gondola è considerato il capomafia di Mazara del Vallo. Loretta, invece, è stato arrestato assieme al fratello Giuseppe lo scorso dicembre nell’operazione “Ermes2”. Nella puntata precedente di Ermes, in manette era finito il più grande dei fratelli Loretta.
I dialoghi tra Gondola e Loretta sono stati registrati dagli agenti della Squadra Mobile all’interno dell’officina di Baldassare Di Gregorio, altro personaggio di spicco del mandamento di Mazzara del Vallo. Gondola cerca di mettere in guardia Loretta: “Stai attento, apriti gli occhi”. Sarà lo stesso imprenditore, nel rispondere al boss, a dimostra di essere stato avvisato di prima mano da qualcuno di ben informato: “Quando sono salito dal mare, l’altro giorno… mi ha fatto sapere che mi stanno facendo accertamenti, mi ha detto: ‘Stai attento ddocu… ti dovrebbero mettere pure implicato’, dice… in base a… perché a toglierti l’azienda ci stanno niente”. Il nome dell’informatore non è stato decifrato. Dalle parole di Loretta, si capisce che si tratta un soggetto in grado di accedere a informazioni delicatissime e riservate, tanto da riuscire a verificare quale procura seguiva l’indagine, se quella di Trapani o la procura distrettuale antimafia: “Dice ora mi accerto se sono le misure di prevenzione, o se è un accertamento che stanno facendo a Palermo” spiega Loretta al capomafia.
Già quattro anni prima di essere arrestato Loretta sembra sapere di essere coinvolto in indagini di mafia: “Lo stanno facendo per quello che vanno cercando… mi ha capito?” dice riferendosi molto probabilmente a Matteo Messina Denaro. Chi sia la talpa è ancora un mistero. Gli inquirenti hanno passato al setaccio i tabulati telefonici dei fratelli Loretta per scoprire la provenienza delle soffiate. L’ipotesi dell’esistenza di una talpa in Procura era emersa già due anni fa. Allora la Dia venne informata della possibile esistenza di una gola profonda all’interno della Procura di Palermo e vennero svelati anche indizi su un progetto mafioso di attentato nei confronti del pm Teresa Principato che il prossimo 11 gennaio sarà ascoltata dalla Commissione parlamentare Antimafia.