Nel Pd niente è scontato. Si alza l’asticella dell’interlocuzione nella trattativa per la scelta del prossimo candidato sindaco di Palermo. La direzione provinciale del Pd, riunitasi ieri, anche alla luce di una serie di telefonate romane intercorse nei giorni scorsi con la segreteria nazionale, ha deciso di nominare una commissione con quattro componenti che si dovrà occupare della costituzione delle liste e della trattativa con la coalizione che sostengono il governo regionale e quello nazionale. Un passaggio che non dà per scontato ed automatico il via libera alla candidatura di Leoluca Orlando. Ma nemmeno la esclude.
Il riferimento al gioco delle alleanze, da un lato rappresenta un’ulteriore prender tempo, che non fa bene al Pd e serve ad Orlando.Dall’altro, è un modo per motivare, con tanto di assunzioni in termini di responsabilità, Ncd e gli altri partiti della coalizione. Al momento poco reattivi quanto i DEM.
Della commissione fanno parte oltre al segretario Carmelo Miceli, Antonio Rubino, Teresa Piccione ed il sindaco di Misilmeri Rosalia Stadarelli. Lavoro di ricucitura a parte, il messaggio che parte, anche all’indirizzo del sindaco uscente, è quello di un’apertura che non deve suonare come una consegna volontaria. In altre parole Orlando dia dimostrazione di apprezzare il Pd nel suo complesso oppure dica chiaramente se vorrà farne a meno.
Il tempo dell’attesa, che viene ulteriormente guadagnato, servirà anche per far passare da un maggiore coinvolgimento regionale e nazionale, gli equilibri complessivi. Mettere cioè da una parte il peso di una collaborazione a pieno titolo riconosciuta da Orlando e dall’altra sparigliare con un candidato di profilo che, almeno al momento, non c’è.
“Il Papa straniero” (Nino Caleca) all’orizzonte non si vede, né Davide Faraone pare orientato a raccogliere una sfida implicita – che gli arriva per via sotterranea da alcune componenti del suo partito – a scendere in campo in prima persona. A quel punto qualsiasi altro nome andrà cercato in fretta. Prima di subito.