Il pm Roberto Felici ha chiesto l’archiviazione per Gianluca Gemelli, iscritto nel registro degli indagati a Potenza per il reato di traffico di influenze. Nella richiesta il pubblico ministero descrive Gemelli come un “soggetto alquanto intraprendente alla ricerca, quale titolare di società di ingegneria, di affari e commesse nel settore petrolifero“. Per l’inchiesta, alla luce di alcune intercettazioni emerse, la ex ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi (nella foto sotto insieme al marito) si dimise e ci furono conseguenze anche sulla sua vita privata. Ma il reato non sussiste.
“Gemelli deriva la propria autorevolezza dal fatto di essere notoriamente il compagno del ministro Guidi, condizione che egli spende con una certa spregiudicatezza anche millantando, in modo più o meno esplicito, la possibilità di trarre vantaggio da tale sua condizione”.
Queste le motivazioni apportate dal magistrato durante la procedura di archiviazione: “Aldilà di tali censurabili atteggiamenti non emerge che egli abbia mai richiesto compensi per interagire con esponenti dell’allora compagine governativa“. Lo stesso provvedimento è stato chiesto peresta per Nicola Colicchi, accusato di associazione a delinquere, e per il numero due di Confindustria Ivan Lo Bello.
L’indagine, che ha preso il nome di Petrolgate, venne avviata dalla Procura di Potenza per poi essere trasferita a fine giugno 2016 nei tribunali della Capitale; l’inchiesta ha riguardato anche l’area petrolifera di Tempa Rossa. Gianluca Gemelli forse cercava profitto, sfruttando il ‘potere’ mediatico della moglie, puntava anche ad acquisire dei serbatoi di carburante su un pontile del porto di Augusta, gestito dalla Marina, allo scopo di avviare un’attività di stoccaggio con aziende a lui riconducibili.