Per l’ex sindaco di Messina non ci sono dubbi: le amministrative del 12 giugno sono un “tutti contro De Luca” ed i candidati dei centrodestra e centrosinistra sono stati scelti per piacere trasversalmente in ottica ballottaggio. Ecco perché nel replicare al parlamentare Pd Pietro Navarra che ha smentito qualsiasi tipo di intesa, Cateno De Luca ribadisce la sua tesi.
“L’inciucio Navarra-Genovese, ovvero l’accordo tra potentati messinesi è noto a tutti- dichiara De Luca– Ma il risultato delle ultime due elezioni a sindaco di Messina dimostra che la gente sa benissimo chi siete e cosa volete: gestire il potere per favorire voi stessi, familiari e lacchè. In questa logica, Navarra e Genovese sono due facce della stessa medaglia, nonché discendenti di chi nella cosiddetta Prima Repubblica a Messina hanno fatto il bello e cattivo tempo. Loro però sono una brutta copia di quell’assetto di potere”.
De Luca poi affonda il colpo sulla telenovela risanamento che ha portato alla legga Carfagna ed ai poteri speciale per lo sbaraccamento. Un iter travagliato che ha visto anche ostacoli sia all’Ars che in Parlamento. In particolare l’ex sindaco ricorda il voto contrario di De Domenico all’Ars nell’aprile del 2018 sull’istituzione dell’agenzia di risanamento e i 40 milioni da destinare ai relativi interventi (norma proposta dall’allora deputato regionale De Luca). L’ArisMe è stata comunque istituita (ArisMe) ed oggi è protagonista della stagione del risanamento.
“Non dimentichiamo poi che il ministro Giuseppe Provenzano, così come lo stesso Navarra-prosegue Cateno De Luca-hanno remato contro in occasione dell’iter che ha portato all’approvazione della legge speciale per il risanamento. Verrebbe da chiedersi in oltre due anni di presenza al Governo Nazionale cosa hanno fatto ministri e parlamentari del PD per Messina. La vera fuga è quella dalle responsabilità di rappresentante di una comunità in nome della quale si siede in Parlamento”.