L’azienda Calcestruzzi Belice è stata dichiarata fallita dal tribunale di Sciacca. Gli undici operai che rischiano il posto di lavoro hanno indetto un incontro domani presso l’aula consiliare del Comune di Montevago. Accanto ai lavoratori, che hanno ricevuto la lettera di licenziamento a causa del debito di 30mila euro della società con l’Eni, ci saranno in prima fila i sindacati di Fillea Cgil e Cgil.
La salvaguardia del posto di lavoro è un diritto che i sindacati difendono con i denti; il Tribunale di Sciacca ha deciso il fallimento della Calcestruzzi Belice per l’oneroso debito ma per gli operai l’azienda rappresenta “riscatto e patrimonio da salvaguardare“.
Alle 10, al comune, i lavoratori incontreranno i relatori sulla riforma del codice antimafia di Camera e Senato, come il deputato Pd Davide Mattiello (nella foto), insieme alla commissione parlamentare antimafia: il 2 febbraio prossimo il ricorso potrebbe essere accolto dalla Corte d’Appello di Palermo ed, in questo caso, le undici anime potrebbero essere riassunte. In caso contrario, se fosse confermata la decisione del tribunale di Sciacca, gli operai “potrebbero prendere gli incarichi in un’altra società affidata all’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati“.
Questo è quanto riferisce Fillea Cgil che ha aggiunto come il sindaco di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo (foto a lato), abbia approvato un documento dove si impegna ad effettuare degli interventi necessari per salvaguardare i posti di lavoro. “Bisogna riprendere l’attività della Calcestruzzi Belice“, tuona il sindacato anche perché già, negli ultimi anni, si è assistito ad un decremento del personale per arrivare all’occupazione dello stabilimento da parte proprio degli undici operai.
In seguito all’incontro di domani si potranno definire ulteriori dettagli sulla vicenda che, sembrerebbe, essere avviata verso la conclusione.