“Vi trasmetto la mia gioia nel tornare a Palermo. Per chi è cresciuto in questi uffici, in queste strade, dopo l’esperienza professionale degli anni delle stragi, è un’emozione difficile da tradurre a parole. Considero Palermo casa mia e sono felice di potere, con la struttura di professionisti straordinari che ho intorno, di contribuire ad aumentare la percezione della sicurezza ai cittadini”. Lo ha detto il nuovo questore di Palermo, Renato Cortese, incontrando la stampa nel giorno del suo insediamento.
Cortese, che arrestò Bernardo Provenzano nel 2006, ha preso il posto di Guido Longo, diventato prefetto di Vibo Valentia. “Il mio primo pensiero quando mi hanno detto che sarei venuto qua è stato di grande emozione. Non sono favorevole ai ritorni, ma – ha aggiunto Cortese – Palermo ha un ruolo particolare nel mio percorso professionale e ha sfide quotidiane. Da giovane funzionario uno ha dei sogni, tornare da questore a Palermo mi ha riempito di grande orgoglio e non finirò mai di ringraziare il capo della Polizia per l’opportunità che mi ha dato”.
Cortese l’11 aprile 2006, da capo della Squadra Catturandi, arrestò il superboss corleonese Bernardo Provenzano. E’ stato anche capo del Servizio centrale operativo della polizia.
“Il nostro desiderio è quello di porre fine alla latitanza di Messina Denaro, è un obiettivo importante. Chi sta lavorando per questo obiettivo non perde un giorno senza dedicarvi attenzione. La cattura non è di per sé la fine di un’organizzazione, perché bisogna assicurarli tutti alla giustizia, specie quelli storici come lui, ma – ha aggiunto Cortese – dovremo andare al di là del latitante e capire le dinamiche mafiose oggi. Cosa nostra non è quella di una volta, quando voleva attaccare il cuore dello Stato. Non manifesta più un carattere eversivo, ma ci sono dei segnali da parte di Cosa nostra: la mafia è una organizzazione particolare. Vi sono personaggi importanti che sono stati scarcerati, dinamiche e fenomeni che rappresentano nel loro insieme segnali che stiamo studiando complessivamente. Senza trascurare il mondo carcerario considerando che i capi storici sono tuttora detenuti”, ha aggiunto.
A chi gli chiedeva se ci fosse un rischio di riorganizzazione della mafia Cortese ha risposto così: “Cosa nostra è un’organizzazione particolare che vive di messaggi e dinamiche particolari. Vanno prese in considerazione alcune cose importanti che stiamo monitorando come alcuni personaggi di un certo calibro che sono stati scarcerati, ma al momento non abbiamo rischi concreti. Possono esserci messaggi trasversali come un’auto bruciata, ma – ha aggiunto – ci sono fenomeni che, nell’insieme, formano un’analisi di un certo livello che va fatta”.
“Considero Palermo casa mia. Oggi – ha poi detto il neo questore – Palermo è cambiata rispetto agli anni in cui l’ho lasciata. L’attenzione è sempre alta, la mafia è un obiettivo importante ma non è l’unico della Polizia di stato. C’è l’ordine pubblico, l’immigrazione, il terrorismo, la sicurezza urbana. Se prendiamo il superlatitante il cittadino sarà sicuramente contento, ma vuole anche pulizia, polizia presente e attiva sul territorio, nelle strade”. Poi rivolge un accorato appello ai cittadini: “Devono sentirsi consapevoli che per noi il cittadino è importante ed è al centro dei nostri obiettivi. Chiediamo al cittadino di essere protagonista, che collabora, non solo con le denunce ma partecipe alla sicurezza che è un bene comune di tutti noi”.
“Palermo può sembrare fuori dal circuito del terrorismo, ma teniamo presente che la Sicilia e Palermo sono approdo di migliaia di migranti che non per forza sono legati al terrorismo. Ma è un fenomeno che monitoriamo”.
“Colpiscono positivamente i toni pacati e ricchi di emozione, ma determinati, del nuovo Questore di Palermo, Renato Cortese, nel presentarsi stamani agli organi di stampa”. Così a commentare la nomina a caldo è Filippo Virzì, portavoce dell’Ugl Sicilia, che aggiunge: “L’elevato profilo di Cortese, l’ottima conoscenza del territorio palermitano, e l’alta professionalità dallo stesso acquisita sul campo, costituiscono per noi tutti una garanzia e per i cittadini in particolare, che lui stesso ha più volte citato nel corso del suo intervento alla base del suo futuro operato, che ha anticipato, si baserà sulla sicurezza integrata, quindi su un rapporto sinergico fra le forze dell’ordine e il cittadino, in una città che come Palermo, ha tanto bisogno di sicurezza e stabilità”.