Carissimi,
anche questa settimana vorrei contribuire a scrivere per voi questa sorta di vademecum di sopravvivenza a questo prossimo periodo elettorale.
Francamente con tutti i problemi seri che questo paese ha meglio parlare di politica opportunamente conosciuta come quella cosa che non affronta i problemi e spende il suo tempo scegliendo con cadenza periodica un tema e litigando in contraddittorio per tutto il periodo, ciclicamente fino alla fine del mandato elettorale e guadagnandoci pure.
In questa seconda puntata del vademecum, parliamo dell’importanza del facsimile elettorale.
Innanzi tutto perché si chiama facsimile? Perché da uno dei suoi due lati, riporta riprodotta la scheda elettorale con relativo colore identificativo, con i partiti e le indicazioni di voto e quindi con scritto in evidenza anche il nome del candidato.
Fino a qui nulla da eccepire a meno di precisazioni su omonimie, su storpiature e su nomignoli dichiarati in anticipo onde evitare l’annullamento della scheda, per esempio: Enzo Rossi detto “testa di caz..”, in questo caso votando “Enzo testa di caz..” o “Rossi testa di caz..”, l’elettore manifesta inequivocabilmente la sua volontà di voto, se voto solo “testa di caz..”, essendo in molte, lì nascerebbero problemi con il rischio che la scheda venga quasi sicuramente annullata.
Ma quello che è più importante è ciò che si mette nell’altra facciata del facsimile elettorale, quella che normalmente dedichiamo alla foto del candidato, lì la situazione si fa delicata.
Innanzi tutto stiamo attenti al formato del promemoria elettorale e alla scelta della tipografia, sono in molte ormai specializzate nella produzione elettorale, ma fate in modo che si differenzi sostanzialmente la veste grafica da altri tipi di promemoria, per intenderci, del tipo funebre (“i santini”), utilizzati per ricordare un parente che non è più con noi, ciò potrebbe indurre in un primo immediato dispiacere da parte di chi li riceve, sorpresi da un avvenuto lutto senza aver potuto presentare le loro sentite condoglianze.
Per evitare quanto sopra, evitate di mettere date di nascita, fotografie con espressioni sorridenti ed eteree più consone per l’utilizzo sulle lapidi, ma soprattutto non aggiungete frasi estrapolate dalle sacre scritture, poiché credetemi, dopo un iniziale imbarazzo ci sarebbe la corsa a liberarsi del facsimile e passare immediatamente a più noti scongiuri.
Non mettete foto con bambini, foto di gruppo, foto all’americana inneggianti al valore della famiglia, sareste poco credibili e poi non siamo in America.
Individuate foto recenti e non foto da carta d’identità o da profilo facebook o addirittura foto riconducibili al lavoro che fate, inoltre per gli uomini è gradita la giacca e la cravatta, ma in generale per donne e uomini è di rigore l’eleganza come dichiarato rispetto per il ruolo di rappresentanza che aspirate a ricoprire.
Fatene stampare un numero congruo senza lasciarvi prendere la mano da numeri riconducibili a plebisciti, potrebbero in caso di mancata elezione rimanere nei vostri armadi per anni a ricordarvi del vostro fallimento e soprattutto ricordatevi di pagare la tipografia.
Diversamente, non mettete alcuna foto e limitatevi a scrivere il solo nome e cognome eventualmente seguito da “detto” e il nomignolo con il quale siete intesi, sempre per non permettere l’annullamento della preferenza. Il non mettere alcuna foto rende più sereni molti candidati i quali soffrono alla sola idea di vedere la loro faccia pestata e messa sotto i piedi da chi per strada calpesta i volantini elettorali per terra. Certo non è una bella cosa.
Un abbraccio, Epruno.