Uno dei temi della campagna elettorale in corso è la riorganizzazione della macchina amministrativa del Comune, sia alla luce della situazione economica a forte rischio dissesto che per necessità di legate alle carenze del personale.
Sulla querelle interviene il candidato sindaco di Messina in Comune, Gino Sturniolo, ex consigliere comunale ed attento conoscitore delle dinamiche dei bilanci e del Piano di riequilibrio. “La verità- spiega il candidato della sinistra- è che i debiti accumulati dalle amministrazioni di centrodestra e centrosinistra li stanno pagando prevalentemente i lavoratori. Negli ultimi dieci anni il Comune di Messina ha perso circa 700 dipendenti e con una pianta organica di oltre 2.000 lavoratori si trova oggi ad averne poco più di 1.100. È questo l’unico vero risultato dei Piani di Riequilibrio che si sono succeduti”.
Numeri alla mano infatti, nel 2013, si spendevano per il personale 71 milioni di euro. Il rendiconto 2020 riporta una spesa di 43 milioni circa. “Il personale- continua Sturniolo- è stato falcidiato prima dalle politiche di risanamento finanziario guidate da Guido Signorino (oggi nella compagine del centrosinistra) e poi da quelle di Cateno De Luca. D’altronde era stato lo stesso De Luca a vantarsi, durante l’iniziativa dell’estate scorsa a Villa Dante nel corso della quale aveva presentato la sua Relazione sul terzo anno di sindacatura, del risparmio ottenuto attraverso la riduzione di 600 unità di personale impiegate a Palazzo Zanca: “Anche perché per pagare i debiti da qualche parte io i soldi li devo prendere”, aveva detto in conclusione del suo discorso”
Le conseguenze hanno influito negativamente sui servizi (che sono ovviamente meno efficienti a causa della riduzione del personale), sui consumi (causati dalla riduzione dell’occupazione) e sulla riscossione dei tributi (poiché si riduce il numero dei già pochi contribuenti in grado, anche se con difficoltà visto gli stipendi modesti, di pagare i tributi locali)
«Tra le nostre priorità c’è l’inversione del processo di desertificazione del Comune: bisogna che abbia fine la colpevolizzazione dei lavoratori. È necessario cominciare a valorizzare le competenze acquisite negli anni e tornare ad assumere. Senza lavoratori non si possono erogare servizi, e senza servizi i cittadini pagano a vuoto tributi. A risentire del risultato di questo ciclo è l’economia cittadina nel suo complesso», conclude Sturniolo