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Messina in Comune con Gino Sturniolo: “Siamo l’alternativa reale al pensiero unico”

mercoledì 1 Giugno 2022

Un progetto concreto, basato su quel che davvero serve. Una visione di città alternativa con meno promesse e sogni e più realismo. E’ il programma della lista Messina in Comune, che sostiene il candidato sindaco Gino Sturniolo e che è stato presentato oggi pomeriggio in piazza Unione Europea. Hanno chiamato il programma “La città che vogliamo“, spiegando come Messina non sia isolata dal resto del mondo, una città-Stato, ma sia indispensabile avere una visione partendo dal presupposto che le risorse disponibili sono molto scarse e che il tema del bilancio non può essere accantonato a favore di un “libro dei sogni“.

La città che vogliamo è priva di diseguaglianze e discriminazioni. È bella, policentrica e accogliente. Vogliamo una città più vivibile per lasciare ai nostri figli un mondo migliore”. Questi i principi che muovono l’azione amministrativa della lista “Messina In Comune”, i punti fondamentali del programma così come elencati dal candidato a sindaco Gino Sturniolo questo pomeriggio. A piazza Unione Europea, infatti, si è tenuta un’assemblea pubblica aperta anche ai cittadini durante la quale Sturniolo e i suoi assessori designati hanno presentato il loro progetto.

«I bilanci dei Comuni sono stati tagliati negli anni attraverso il taglio dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni – dichiara Sturniolo, che nella Giunta avrebbe la delega al Bilancio – Questo è stato fatto fondamentalmente dai Governi deli ultimi decenni per corrispondere al patto di Stabilità Europeo. Oggi i Comuni si trovano in questa situazione di grande deficit. Soprattutto quelli del Meridione. Per questa ragione noi pensiamo che non sia possibile uscire dallo stato di dissesto o predissesto se non attraverso un’azione politica, una soluzione che noi abbiamo proposto durante questa campagna elettorale e che di fatto stanno seguendo tutti gli altri».

L’assessore designato alle Politiche dell’abitare e al Risanamento Antonio Currò ha sottolineato il grande lavoro che c’è davanti: “Siamo convinti che bisogna lavorare per respingere il partito unico del pensiero unico. Le proposte che oggi avanziamo sono chiare tangibili e concrete. Lasciamo agli altri il libro delle favole e dei sogni infranti per scrivere un libro realistico e possibile. Vogliamo un Comune con una dignitosa pianta organica con un personale qualificato e formato. Su questa doverosa premessa riposa la nostra proposta: una grande struttura per il diritto all’abitare, un organismo interdipartimentale che unisca le competenze di più uffici. Uno strumento che coinvolga inoltre le migliori intelligenze sociali della città; che riesca ad analizzare, codificare interventi e creare modelli da aderire ai bisogni diversificati delle famiglie e delle persone in sofferenza abitativa».

Barbara Bisazza, assessore designata all’Urbanistica: «Messina oggi non ha un Piano Regolatore in grado di programmare lo sviluppo della città nei prossimi decenni, e al contempo risulta tra le città più vincolata d’Italia. È zona ad alto rischio sismico, oltre il 70% del suo territorio si trova in zona paesaggistica, in ZPS (Zona a Protezione Speciale), nel PAI (Piano di Assetto Idrogeologico). Tutti questi vincoli sembrano legare mani e piedi l’intero settore dell’edilizia che lamenta l’impossibilità di poter lavorare sul territorio messinese. Il nostro compito sarà quello di trovare il giusto equilibrio tra la salvaguardia e la messa in sicurezza del territorio e dei suoi cittadini, che deve avere la priorità, e il mettere in condizioni gli operatori del settore edile di lavorare in serenità, alleggerirli dalla pesantezza della burocrazia, evitare l’abusivismo e portare avanti un modo nuovo e diverso di fare edilizia fatto di sicurezza, funzionalità, benessere e bellezza. Le azioni immediate dovranno riguardare la messa in sicurezza del territorio con attenzione ai torrenti, all’erosione costiera e al rimboschimento delle colline; ed il recupero del patrimonio edilizio esistente pubblico e privato». 

Gaetano Pinciotta Cariddi (assessore ai Beni Comuni e Autogoverno, Cultura e Sport): «Autogoverno per noi significa mettere in piedi dei processi di partecipazioni di tutte e tutti alle scelte politiche amministrative della città. Questo processo si tramuta in luoghi reali dove le persone possano incontrarsi, esprimere i propri bisogni e le proprie necessità. E per questo, a partire dal patrimonio pubblico troppo spesso abbandonato all’incuria, è necessario pensare luoghi in cui l’arte e lo sport siano i protagonisti non solo di una socialità diffusa e di sviluppo economico, ma spazi decisionali in cui immaginare il futuro della città».

Giuseppe Cardullo (assessore al Turismo e allo Spettacolo): «Messina è una città che dal punto di vista paesaggistico ha ricevuto veramente tanto: 54 km di spiagge, laghi, colline, montagne, paesaggi mozzafiato. L’elenco delle bellezze è ancora lungo e potremmo anche aggiungere una ricchezza culinaria ineguagliabile e la presenza di resti storici, ma per la maggior parte non fruibili e non valorizzati. Bisogna mappare tutte queste attrazioni storico-naturalistiche e renderle fruibili e appetibili per il turista. Fare squadra con tutti gli operatori dell’accoglienza e con chiunque abbia buone idee è alla base del nostro programma. Per quanto riguarda lo spettacolo, abbiamo a Messina moltissimi artisti e operatori dello spettacolo che da anni lavorano tra mille difficoltà avendo scelto coraggiosamente di restare in riva allo stretto. L’assessore allo spettacolo deve per prima cosa valorizzare gli operatori locali e  trovare spazi in tutti i quartieri, anche i più periferici, per favorire il lavoro e la passione di chi voglia fare arte. Grande attenzione anche per i grandi eventi che attirano migliaia di spettatori favorendo l’economia cittadina e che magari, successivamente, torneranno in veste di turisti. Bisogna investire negli eventi culturali: secondo uno studio di Confcommercio ogni euro investito ha una ricaduta di 7 euro per il tessuto economico della città».

Clelia Marano (assessore alle Politiche dell’inclusione e Politiche dell’infanzia): «I servizi sociali e le politiche di inclusione sviluppate dal Comune di Messina, in relazione ai numeri e alla tipologia di servizi erogati, non riescono a rispondere al reale fabbisogno dei cittadini e delle cittadine. Nella nostra prospettiva i servizi avranno la priorità. Sono in arrivo i fondi PNRR previsti per l’inclusione sociale, la dotazione totale è pari a 1.450,6 milioni di euro di cui previsti per la regione Sicilia circa 83,6 milioni di euro. Abbiamo di fronte una grandissima occasione, ovvero quello di iniziare un lavoro che possa passare da una rigenerazione sociale».

Francesca Fusco (assessore al Lavoro e alle Partecipate): «Il lavoro è una delle modalità di riscatto che ha questa città. Non possiamo più permetterci di essere sotto scacco di chi ci promette un’occupazione in cambio di un diritto. Riscattiamo la nostra dignità, scegliamo per il nostro futuro. Riteniamo sia fondamentale eliminare il senso di solitudine che affligge i lavoratori che sono privati di diritti. Proponiamo la creazione di due strumenti: un’app collegata con gli enti preposti al controllo e alla tutela dei lavoratori e l’istituzione di un’assemblea permanente per tutte le vertenzialità cittadine».

La battaglia da fare è per avere maggiori risorse dallo Stato e maggiore autonomia finanziaria. Nel caso del Meridione, della Sicilia, di Messina, il problema delle scarse risorse si intreccia con quello della povertà economica del territorio. Rispetto al bilancio Messina in Comune ha le idee chiare, prevedendo una serie di azioni: dalla razionalizzazione dell’apparato amministrativo alla valorizzazione delle energie presenti sul territorio.  In primo piano però c’è il ruolo della partecipazione della cittadinanza (bilancio partecipato, bilancio sociale, ecc.). Una serie di misure atte a coinvolgere la città, perché l’altro tema importante a fondamento del  programma è l’idea di democrazia partecipata: coinvolgere la città in ogni scelta.

Il terzo tema si connette sia a quello del bilancio che a quello della partecipazione.  Ed è il no ai percorsi di privatizzazione. Ci sono i beni confiscati alla mafia, tantissime strutture in disuso e abbandonate, che nel corso degli ultimi anni sono state spesso occupate da movimenti che volevano così evidenziare come a Messina molto viene precluso all’uso della cittadinanza.

Messina in Comune ha voluto introdurre nel programma anche il tema della pace  perchè riguarda tutti noi. Netta la condanna all’aggressione dell’Ucraina ma si stigmatizza l’ipocrisia dell’Occidente, che negli ultimi trent’anni è stato spesso l’aggressore. ” C’è un ordine mondiale che va cambiando rapidamente- dicono i componenti della lista-Pensiamo di cambiarlo per via cooperativa o con la terza guerra mondiale? Siamo per una Sicilia di pace al centro del Mediterraneo e per una politica di accoglienza di tutti i profughi, e non solo degli ucraini».

Comunque vadano le elezioni Messina in Comune  è un gruppo che continuerà a lavorare insieme per rappresentare un punto di vista diverso , che riunisce la sinistra e i movimenti. “in questa città i nostri avversari alla fine si somigliano tutti, sono tutti figli dello stesso pensiero unico” conclude Sturniolo, che tiene a ringraziare Alfredo Crupi, che si ha curato tutto il programma.

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