Dopo aver evitato i trasferimenti a Rende, in Calabria, e aver accolto con sorpresa della volontà dell’azienda di trasferire a Palermo la propria sede centrale, i lavoratori palermitani di Almaviva hanno accettato l’accordo che prevede alcuni sacrifici al fine di salvare il loro posto di lavoro. Lo hanno fatto con un referendum al quale hanno partecipato 2.300 dipendenti su 2.840 e che ha visto la vittoria del sì a larghissima maggioranza con l’82% dei consensi.
Cosa prevede l’intesa? La misura più importante riguarda il ricorso agli ammortizzatori sociali con l’avvio della cassa integrazione a decrescere per un anno. In particolare si inizierà con una decurtazione delle buste paga del 35%, che scalerà nel corso dei mesi per concludersi negli ultimi 3 con un taglio del 15%. Per garantire la puntualità dei pagamenti sarà l’azienda ad anticipare la cassa integrazione concessa dallo Stato. Inoltre, sempre per lo stesso periodo verranno congelati gli aumenti relativi a 4 scatti di anzianità e il tfr. In cambio dei sacrifici fatti i lavoratori percepiranno 500 euro di contributo sotto forma di buoni pasto e benzina, mentre l’azienda si è impegnata a portare a Palermo almeno 100 postazioni di lavoro altamente qualificato nel campo dell’information technology.
Sono questi i termini dell’accordo che scongiura il possibile disimpegno nel capoluogo siciliano del gruppo che opera nel settore del contact center, oggi in grande difficoltà. Dallo scorso anno Almaviva si trova ad affrontare una situazione di crisi del mercato determinata dal calo della domanda e dalla concorrenza spietata degli operatori stranieri. Sono, infatti, sempre di più le aziende, anche italiane, che decidono di delocalizzare i servizi, utilizzano lavoratori di Paesi dove è più basso sia il costo del lavoro che della tassazione.
I prossimi mesi saranno cruciali, perché da qui alla fine dell’anno scadranno una serie di contratti sul cui rinnovo c’è molta incertezza, come quelli con Sky che scade a giugno, Alitalia e Tim a fine anno, mentre Wind ad aprile 2018.
“È stato un grande esercizio di democrazia – dichiara Maurizio Rosso, segretario Slc Cgil Palermo – adesso ci aspettiamo che l’azienda rispetti gli impegni presi investendo fattivamente su Palermo. Portare qui lavoro pregiato e creare occupazione strutturata e stabile. Ci aspettiamo un accordo su un contratto di secondo livello che premi i lavoratori e soprattutto valorizzi la professionalità e l’impegno che i lavoratori palermitani hanno mostrato in questi anni con grandi sacrifici verso quest’azienda”.
“Voglio ringraziare la Regione – aggiunge – il Comune e il Governo per il lavoro svolto. C’è bisogno che le istituzioni continuino a tenere alta l’attenzione”.
Per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando “i lavoratori hanno accettato a larghissima maggioranza un accordo che a fronte di sacrifici immediati, mira a riscuotere presto garanzie di crescita e consolidamento. Un accordo che rispecchia la crisi complessiva che segna il settore ma anche le possibilità di rilancio. Chiediamo ora all’azienda l’impegno massimo per garantire occupazione e produttività a Palermo, così come chiediamo al Governo nazionale di essere sempre più parte attiva per la corretta applicazione del protocollo sottoscritto di recente per la tutela dei lavoratori”.