“Si andrà al voto con la legge elettorale regionale in vigore. E’ troppo tardi per modificarla prima del voto di novembre e non ce n’è alcuna intenzione. L’unica discussione in cantiere è la riforma per rinnovare consigli e organi dei liberi consorzi, subito dopo il collegato, come ha stabilito la conferenza dei capigruppo dell’Ars”.
Lo sostiene, deciso, Totò Cascio, presidente della commissione affari istituzionali dell’Ars, smentendo i rumors che parlano di un imminente cambiamento della legge elettorale in Sicilia, dove il M5S supera nei sondaggi il 35%, mentre il Pd perde circa 6 punti (20%) dal valore nazionale (26,5% dati demopolis).
E mentre a Roma ci si affanna a cercare di contrastare con i numeri l’ascesa dei pentastellati e a preparare una legge elettorale sul modello tedesco che garantisca una grande coalizione di governo concentrica, blindata e con una soglia di sbarramento che lascia fuori i partiti sotto il 5%, la Sicilia, in questa fase resta in religiosa osservazione di quanto avviene a Roma. Un silenzio, ma un silenzio critico. “A Roma stanno facendo una legge con liste e listini bloccati, in questo modo gli elettori sono sempre gli ultimi – commenta Cascio – mi sembra che il modo in cui stanno definendo la scelta da parte degli elettori sia proprio sbagliato. I rappresentanti del popolo devono essere scelti dal popolo”.
Il presidente della commissione affari istituzionali dell’Ars non ci sta ad una riforma come quella romana dove in particolare l’attribuzione dei seggi, calcolata per fasce, sulla base del sistema proporzionale nazionale, lascerebbe sempre meno spazio alla volontà degli elettori sulla scelta del singolo candidato e blinda le liste. Una sorta di “superporcellum”, già lo definisce qualcuno, che con lo sbarramento al 5% su cui Renzi e Berlusconi sembrano d’accordo, farebbe sparire partiti che finora hanno sostenuto il centrosinistra, come Scelta civica (in Sicilia Cantiere Popolare) e il movimento di Angelino Alfano Alternativa popolare.
La stessa fine farebbe Sicilia Futura di Toto Cardinale e i movimenti più piccoli che come in campo nazionale, saranno costretti ad accorparsi. “Certo dei cambiamenti alla legge elettorale in Sicilia vanno fatti – afferma ancora Cascio – ma non si può ipotizzare una riforma in tempi record. Se si vota cosi il M5S ha campo libero, certo, ma questo è il sistema elettorale, non è ancora stato messo in discussione e non ci sono al momento spinte politiche perché cambi. I capigruppo non si sono posti il problema”.
Diversa è la prospettiva per le ex province. “l’orientamento è quello di procede con l’elezione diretta dei consiglieri e del presidente ed eliminare l’elezione di secondo grado – spiega ancora Cascio. Se c’è la volontà politica e ci mettiamo a lavorare di buona lena, nell’arco di 15 giorni potremmo riuscire ad avere almeno una legge elettorale per le ex province. Questo è un passaggio essenziale per la democrazia. Chi va ad amministrare deve essere scelto dagli elettori”.