Tornano i lustrascarpe a Palermo e da oggi l’antico mestiere riprende vita sulle strade della città.
Il progetto, nato da un’idea del presidente provinciale di Confartigianato, Nunzio Reina, ha permesso la nascita della cooperativa “ShoeShine 2.0“, di cui fanno già parte 9 lustrascarpe e che potrà essere aperta a nuovi iscritti. Sono stati selezionati tra centinaia di candidati e poi seguiti passo dopo passo da un esperto del settore, lo storico calzolaio di via Marchese di Villabianca, Piero Caccamo. Le postazioni sono state realizzate artigianalmente, al loro interno si trovano gli scomparti per permettere al lustrascarpe di custodire il kit di lavoro e tutto il necessario per effettuare riparazioni di calzature, borse, oggetti di cuoio.
Nove si troveranno in centro, la loro collocazione su strada è stata autorizzata dal Comune di Palermo.
Questa la mappa: Via Libertà angolo via Archimede, Via Libertà angolo piazza Castelnuovo, Via Principe di Belmonte, Via Magliocco angolo Ruggero Settimo, Zona Tribunale, via Volturno, Piazza Don Bosco angolo via D’Azeglio, Via XX settembre altezza civico 143, Via Maqueda altezza piazza Bellini, Corso Vittorio Emanuele altezza Villa Bonanno.
I lustrascarpe di Confartigianato hanno dai 23 ai 61 anni. Arrivano da vari settori lavorativi e hanno deciso di mettersi in gioco perché affascinati da un mestiere scomparso, ma rimasto nella memoria collettiva. Al lavoro, a Palermo, ci saranno nove uomini e due donne, che potranno essere contattati dai clienti tramite i social network più diffusi, Facebook, Twitter, Instagram e un sito internet. Sarà possibile chiedere la consegna a domicilio e rintracciare il lustrascarpe più vicino tramite un’App che presto sarà attiva e scaricabile da smartphone e tablet. Sarà possibile contattarli per la partecipazione ad eventi privati con un corner dedicato.
Ma ecco chi sono gli “sciuscià 2.0”:
- Sebastiano Alicata, 45 anni. E’ sposato e papà di due bimbe. Per 23 anni è stato un impiegato amministrativo in uffici notarili. Per due anni ha cercato lavoro, ma spesso si è sentito dire di essere “troppo qualificato per la mansione ricercata”. Ora vuole rimettersi in gioco riscoprendo la manualità e la nobiltà di un lavoro antico come lustrascarpe.
- Giorgio Chifari, 23 anni. E’ il più giovane dei lustrascarpe palermitani. E’ iscritto alla facoltà di Scienze della Comunicazione e quando può fa l’animatore nelle feste per bambini. Si è appassionato all’iniziativa di Confartigianato perché ama i lavori manuali e l’idea di riproporre un mestiere antico, ma mai dimenticato, gli è piaciuta sin da subito.
- Vincenzo Croce, 29 anni. E’ diplomato odontotecnico, ma nel suo settore ha difficoltà a trovare lavoro. Negli ultimi anni ha lavorato in alcune agenzie immobiliari, ma ha deciso di scommettere su se stesso partecipando alle selezioni di Confartigianato.
- Renzo Del Maschio, 42 anni. E’ italo-brasiliano, sposato e papà. Anche lui da tempo in cerca di un lavoro, ha scelto di diventare un lustrascarpe perché crede nella rivalutazione della tradizione e degli antichi mestieri artigianali.
- Giuseppe Erpete, 29 anni. Viene da Foligno, ma ha subito deciso di trasferirsi a Palermo quando ha saputo di essere stato selezionato. Ha amato il mestiere di lustrascarpe sin dalle prime lezioni, svolge la sua attività con grande passione ed entusiasmo.
- Patrizia La Rosa, 58 anni. E’ mamma di due figli di 33 e 26 anni. Dal 1982 al 2012 ha lavorato come addetta alla segreteria e all’amministrazione in aziende di informatica. Da allora ha cominciato ad arrangiarsi con lavoretti saltuari, compresa la produzione artigianale di bijoux.
- Enza Lo Giudice, 48 anni. E’ una “figlia d’arte”. Suo padre era infatti un calzolaio e lustrascarpe. Va fiera delle foto in bianco e nero che lo ritraggono al lavoro, quando in città gli storici artigiani erano una consuetudine. Per lei, ripercorrere le sue orme è un orgoglio che le dà la carica per fare sempre meglio.
- Vittorio Novelli, 61 anni. È un ex agente pubblicitario, ha lavorato per i maggiori quotidiani di Palermo, ma ha chiuso la sua partita Iva dopo trent’anni. Non ha mai smesso di cercare un’alternativa: “Troppo vecchio per il mercato del lavoro – dice – e troppo giovane per andare in pensione”. Crede fortemente alla rinascita del mestiere di lustrascarpe.
- Giovanni Stassi, 36 anni. Ha lavorato per diciotto anni in un noto negozio di calzature nel centro città. Da allora è disoccupato e ha deciso di partecipare alla selezione per lustrascarpe perché ama il mondo delle scarpe e stare a contatto con la clientela. È sposato ed è padre di due bimbe.