Il ‘modello Palermo’ e il ‘modello Sicilia’ sembrano destinati a non incontrarsi. Almeno per ora
Il tavolo convocato da Orlando per mettere insieme le varie posizioni del centrosinistra in Sicilia rischia di arenarsi ancor prima di cominciare il suo percorso. Con l’annunciato mancata partecipazione dei centristi di Ap (gli alfaniani sono sempre più la parte in bilico della coalizione) e D’Alia (Centristi per l’Europa, impegnati in un meeting a Catania), si è svolto stamattina a Villa Niscemi l’incontro a cui hanno preso parte i rappresentanti provinciali del Pd, ma anche alcuni degli alleati.
Per Sicilia futura non ha fatto mancare la sua presenza l’ex ministro Salvatore Cardinale, per il partito Democratico, il segretario provinciale Carmelo Miceli e il coordinatore regionale Antonio Rubino, per Sinistra comune Giusto Catania e Sergio Lima, Ignazio Messina per Idv, Nino Oddo e Carlo Vizzini per i socialisti.
Con Orlando anche il suo consigliere di fiducia Fabio Giambrone.
A pesare molto, nell’economia dell’incontro però è stata l’assenza del segretario regionale dem Raciti, come ha sottolineato lo stesso Rubino, prima di allontanarsi quando la discussione, dopo una premessa rapida e introduttiva sulla situazione di Palermo si è spostata sul piano regionale:«Per un tema di questo tipo siamo aperti al ruolo e al contributo di tutti, ma il Pd siciliano non era rappresentato in quanto non era invitato il segretario regionale Raciti, per questa ragione ho preferito allontanarmi dalla riunione».
Orlando intanto nel corso della sua ampia premessa ha ribadito una volta di più la necessità di marcare una forte discontinuità con l’esperienza del governo regionale di Crocetta. Fatto questo su cui anche Cardinale ha mostrato apprezzamento e condivisione.
Carmelo Miceli, segretario provinciale del Pd ha invece commentato :«O si trovano le ragioni dello stare insieme, ma il percorso non si può determinare solo da Palermo, oppure è difficile immaginare di replicare schemi. Al tavolo non c’erano i moderato il cui rapporto rimane un obiettivo. La nostra responsabilità è quella di creare le condizioni per recuperare questi rapporti. Loro rivendicano autonomia sui programmi, ma capiamo insieme quanto di questi aspetti programmatici possono essere parte di una coalizione larga».
Insomma il tentativo di mediare da parte del sindaco di Palermo al momento non produce gli effetti desiderati. Non solo in relazione al candidato su cui pare sempre essere più lontani, ma anche sulle premesse di metodo in grado di includere quante più forza nello schema del centrosinistra, che, al momento, gira a vuoto.