Nella piccola isola di Ustica immersa nel Mediterraneo le eccellenze culinarie sono le lenticchie e i capperi, ma di certo nessuno penserebbe mai che per più di trent’anni lo sport che appassionò gli isolani al punto di posizionarli ai più alti livelli agonistici fu il baseball. Due ragazzi, due fratelli originari della piccola isola vulcanica hanno deciso di raccontare quegli anni con un documentario e così Stefano e Mathia Coco, rispettivamente 30 e 35 anni, per tre anni hanno raccolto tantissimo materiale: fotografie, video amatoriali, documenti, articoli di giornale che un pò tutta la comunità usticese aveva conservato nel tempo, soprattutto il presidente dell’Ustica Baseball Club, Vito Ailara.
“Ustica, gli anni del diamante” questo il titolo del documentario che inizia raccontando proprio come arriva lo sport sull’isola e poi di come esplode fino a diventare lo sport più amato dagli usticesi. La prima proiezione è in programma per il 29 luglio alle 22 al teatro comunale di Ustica, dopodiché il documentario sarà presentato a numerosi festival a livello mondiale ed è prevista anche una distribuzione ondemand sul web. Il baseball è stato introdotto ad Ustica nel 1971 dal giornalista sportivo e presidente della Federazione Italiana Baseball, Bruno Beneck, che si trovava in quell’anno ad Ustica in villeggiatura. Beneck vide dei ragazzini isolani che giocavano in spiaggia e nel paesino con dei giochi, che per alcuni versi richiamavano le dinamiche del baseball. E quindi propose all’albergatore Vito Ailara di formare una squadra.
Partito da Ustica Beneck mandò una scatola con guantoni mazze e palline e un tecnico della federazione per spiegare le regole di base del baseball a Vito Ailara e ad un gruppo di ragazzini. Le squadre negli anni ’90 arrivarono a giocavare entrambe in serie A. quella di softball in serie A1 e quella di baseball in serie A2. “Io e mio fratello siamo cresciuti ad Ustica – racconta Stefano Coco – e abbiamo vissuto sulla nostra pelle l’ultima parte di questa storia affascinante. Abbiamo giocato a baseball sin da quando eravamo piccoli e quindi eravamo completamente immersi in questa storia. Quando poi ci siamo trasferiti a Palermo per gli studi abbiamo scoperto che, in realtà, non era così comune giocare baseball e che il fenomeno che si era sviluppato ad Ustica era tutt’altro che banale e ordinario.
Quindi c’è venuta l’idea di realizzare un documentario che raccontasse questa storia. Un giocatrice di Ustica di softball ha giocato con la nazionale italiana alle olimpiadi di Sydney nel 2000: Clelia Ailara“. Il documentario è prodotto da Riccio Blu, e nel 2015 attraverso un’operazione di crowdfunding sono stati raccolti 5mila euro, che hanno permesso la conclusione del documentario. Adesso i due fratelli contano molto sulla distribuzione per raccogliere fondi.
“Ad Ustica si giocava ogni anno un importante torneo internazionale che si chiamava “Trofeo delle Isole”. – continua Coco – e partecipavano squadre da Francia, Germania, Tunisia, l’allora Cecoslovacchia“. Il documentario racconta tutta questa storia attraverso 20 intervistati che sono stati testimoni di questa bella esperienza, che ha rappresentato il fiore all’occhiello sicuramente del baseball nel sud Italia, ma che era famosa anche all’estero per i numerosi contatti del baseball usticese nel mondo. “Le squadre usticesi per circa 10 anni hanno avuto anche degli allenatori cubani, che vivevano ad Ustica. – continua Coco – Giocatrici straniere da Nuova Zelanda, Cina, Australia, Sud Africa. La squadra di baseball è stata due volte negli Usa, in Louisiana, per uno scambio con la comunità di emigrati usticesi presenti a New Orleans. E’ stata a Cuba nel 1997 in un viaggio in cui gli allenatori delle squadre usticesi li hanno portati a conoscere il baseball cubano“. Purtroppo dal 2004 non ci sono più squadre di baseball e softball, gli isolani organizzano saltuariamente delle partite amatoriali, “Ma non esiste più quel fermento – conclude Coco – che aveva caratterizzato Ustica fino alla fine degli anni 90. Ustica era conosciuta come l’Isola del Baseball in tutta Italia e anche nel mondo“.