Tarda ad arrivare una posizione unitaria tra i sindacati sulla soluzione normativa da attuare per il passaggio dei lavoratori di Ato 3 e Messinambiente nella nuova società Messina Servizi Bene Comune.
Non c’è ancora intesa tra le parti e cresce la tensione sulla querelle che pare lontana dal “lieto fine”, mentre si registra una perentoria presa di posizione dei vertici dell’Ufficio Provinciale del Lavoro. “La legge regionale n.9 del 2010 – evidenzia il direttore dell’ufficio Provinciale del lavoro, Gaetano Sciacca – detta le procedure da seguire per il personale e garantisce doppiamente i lavoratori. Ricordiamoci, tra l’altro, che si tratta di lavoratori che fanno parte di una pianta già approvata da questo ufficio e dalla Regione. In quella pianta organica sono stati inseriti tutti i lavoratori, sia quelli Ato che Messinambiente. Scegliere altre procedure, che sarebbero non rispettose di questa procedura, espone l’amministrazione e il datore di lavoro al rischio di possibili contenziosi. La legge stabilisce un limite temporale e distingue i lavoratori al 31 dicembre 2009 e quelli che invece, pur garantiti, fanno parte di un bacino. Se la legge dice questo bisogna rispettarla. Tutti i lavori verranno garantiti, noi garantiamo i loro diritti. Non c’entra nulla l’articolo 6 del contratto collettivo, che si fa invece per il cambio d’appalto. Qui è un passaggio alle Srr, cioè ad una società pubblica”.
La querelle, dunque, fa registrare l’intervento piuttosto deciso di Sciacca, al quale fanno seguito le reazioni anche del Segretario della Ust Cisl Messina, Tonino Genovese, e del Segretario Regionale Fit Cisl Sicilia Dionisio Giordano ed il Segretario Generale Fit Cisl Messina Letterio D’amico. “Le dichiarazioni di Sciacca – spiegano gli esponenti sindacali in una nota – sono certamente condivisibili: ci limitiamo a richiamare il rispetto della norma e della disciplina contrattuale solo per precisare che rispettando le stesse si determinerà il risultato che sia i lavoratori dell’Ato Me 3 che i lavoratori di Messinambiente potranno comunque essere alle dipendenze della nuova società Messina servizi Bene comune. Infatti, il personale attualmente alle dipendenze dell’Ato Me 3, in forza della LR 9/2010 deve transitare alle dipendenze della Srr Messina Area Metropolitana prima di essere utilizzato dalla Società di Scopo la Messina servizi Bene Comune, mentre il personale attualmente alle dipendenze della società Messinambiente, proprio in virtù del piano Aro del Comune di Messina presentato nel novembre 2014 ed approvato con apposito decreto della Regione Siciliana nel maggio del 2015 può transitare sempre nella società Messina Servizi Bene Comune attraverso l’art. 6 del Ccnl Fise Assoambiente”.
“E’ pertanto stucchevole – continuano i sindacalisti – la contrapposizione mediatica tra parti sociali nelle ultime ore posto che non vi è alcun dubbio che il piano d’intervento presentato dal Comune di Messina nel 2014 avesse a riferimento solamente il personale in forza a Messinambiente che pertanto può transitare nella nuova società di scopo Messina servizi Bene comune attraverso l’applicazione dell’art. 6 del vigente Ccnl, come non vi è alcun dubbio che le ordinanze regionali susseguitesi alla Legge Regionale 9 del 2010 hanno lasciato alla contrattazione decentrata tra le parti la scelta della modalità di transito dalle SRR al soggetto gestore del servizio pubblico o privato e quindi anche in questo caso l’utilizzo dell’articolato contrattuale è percorribile. In realtà, concludono i tre sindacalisti, sarebbe opportuno già dall’incontro di domani volgere l’attenzione alla decisione del Tribunale Fallimentare del 15 Settembre, ragionando sulla più infausta, il fallimento senza un periodo di esercizio provvisorio, per porre subito in essere tutti gli atti necessari ad evitare il rischio di un caos generalizzato con interruzione del servizio e consequenziale difficoltà sul mantenimento dei livelli occupazionali”.