L’acquacoltura è un settore con grandi potenzialità di crescita sia in termini di produzione di ricchezza che di creazione di nuovi posti di lavoro. Se n’è parlato stamattina a Palermo nel corso di un convegno, organizzato dall’Accademia dei Georgofili – Sezione Sud Ovest, che si è tenuto presso l’Aula Magna “G.P. Ballatore” del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e forestali dell’Ateneo palermitano.
Sono circa 15 le imprese che operano in Sicilia. Un numero ancora troppo ridotto, sottolinea il direttore del Dipartimento Pesca Mediterranea della Regione Siciliana, Dario Cartabellotta, per una regione naturalmente vocata all’acquacoltura e per un Paese come l’Italia che importa ogni anno 4 miliardi di euro di pesce. Inoltre, sottolinea Cartabellotta, si tratta di un’attività con un’ottima sostenibilità ambientale poichè l’impronta ecologica è bassissima.
I margini per la nascita di nuove aziende e per un loro sviluppo sono quindi notevoli. Per questo a breve il Dipartimento pubblicherà un bando per gli investimenti nell’ambito del Programma operativo Feam (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca). Le risorse saranno utilizzare per promuovere: nuovi insediamenti produttivi, l’ampliamento e l’ammodernamento di quelli esistenti; la riduzione dell’impatto negativo sull’ambiente; il miglioramento dell’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia.
Nel corso del convegno sono intervenuti i principali esperti locali e nazionali sul tema dell’acquacoltura. Tra questi il prof. Stefano Cataudella, Ordinario di ecologia, biologia della pesca e dell’acquacoltura dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata, nonchè presidente della Commissione generale della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero della Fao.