Ancora una strage nel Mediterraneo, con altre decine di migranti affogati per il naufragio di un barcone. E stavolta pure la macabra segnalazione che alcuni cadaveri sono stati ritrovati divorati dagli squali.
Il bilancio fornito dalla Marina libica sulla tragedia che si è consumata ieri davanti alle coste libiche fa temere una settantina di vittime: 30 i corpi recuperati, tra cui tre bambini e 18 donne. E dato che il tipo di barcone sfasciatosi a est di Tripoli in genere trasporta tra le 110 e le 120 persone, un portavoce contattato dall’ANSA ha stimato che i dispersi potrebbero essere “circa 40”.
I naufraghi tratti in salvo al largo di Gars Garabulli sono invece 44, tra cui un bambino e nove donne, ha detto il portavoce, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, confermando che diversi corpi rinvenuti sono stati sfigurati dagli squali e presentano vistose lacerazioni.
Nonostante la positiva evoluzione sul fronte delle partenze dalla Libia, dati diffusi proprio ieri dall’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Iom) attestano che dall’inizio dell’anno le morti lungo la “rotta mediterranea centrale”, quella che porta all’Italia, sono stati 2.772.
Si tratta, come attesta l’Oim, del tratto di mare più micidiale al mondo in cui dall’inizio del 2013 sono annegate circa 15 mila persone, una media di dieci al giorno.