La discesa in campo di Grasso, con la presentazione due giorni fa della forza politica di sinistra “Liberi e Uguali”, è stata accolta con ottimismo dal senatore Giuseppe Lumia, uno degli esponenti politici democratici più influenti in Sicilia. “La leadership politica di Piero Grasso di una parte della sinistra italiana – scrive in una nota – è un fatto positivo che guardo con simpatia e fiducia. So che è animata da forti ideali costituzionali e capisco che Grasso ha fatto una scelta non semplice. Sono sicuro che saprà mettere questa decisione al servizio della società italiana. Sono anche certo che non farà mancare il suo contributo per riprendere il filo esile dell’unità del centrosinistra”.
Un saluto che va in controtendenza con le schermaglie che da tempo caratterizzano i rapporti tra il Partito democratico di Matteo Renzi, da un lato, e le formazioni politiche che stanno a sinistra dei democratici di cui fanno parte anche i fuoriusciti proprio del Pd. Tra questi spiccano Bersani e D’Alema, che Renzi ha indicato come il vero capo del nuovo soggetto politico.
Per Lumia, tuttavia, sarebbe un errore gravissimo continuare a dividersi. “Il Pd è una risorsa del centrosinistra e così anche Liberi e Uguali. Ma si diventa risorsa del Paese se si costruisce un campo largo capace di sfidare il centrodestra e di aprire un ciclo nuovo della politica italiana. Grasso, Renzi e gli altri leader sono adesso chiamati a superare quell’’io’ che ha creato solo danni alla politica”.
L’impresa è ardua, ma non impossibile, ammette il senatore di Termini Imerese. “So che non sarà facile metterlo da parte e far crescere il ‘noi’ ma il centrosinistra ha bisogno del noi progettuale, che può liberare tutte quelle energie necessarie per competere alla pari col centrodestra e col M5S alle prossime elezioni”.
Secondo Lumia gli ultimi mesi di lavori parlamentari possono rappresentare un’occasione per riavvicinarsi. “Mi auguro che lo scorcio di questa legislatura sia utilizzato bene per riannodare rapporti adesso interrotti. Leggi come lo ius soli, il fine vita, come quella sui testimoni di giustizia o sui figli minori vittime del femminicidio possono aiutare a trovare le ragioni per stare insieme. Ragioni già presenti nel nostro elettorato, che chiede unità e una coalizione competitiva”.