“Buttato fuori solo per avere osato criticare la dirigenza Siciliana della Lega e avere chiesto di tornare a occuparci dei bisogni della gente”, così commenta l’ex capogruppo del Carroccio a Sala delle Lapidi, Igor Gelarda, in un lungo post su Facebook.
Il Sicilia.it ha raggiunto telefonicamente il segretario regionale della Lega Nino Minardo che ha detto “Sono a Roma, preferisco non commentare. Della questione se ne occupano i vertici palermitani”.
Depennato dalle chat ufficiali di partito, per aver sollevato delle critiche di Minardo, secondo quanto riportato dallo stesso Gelarda, e per questo attaccato dalla deputazione salviniana all’Ars. “L’onorevole Minardo mi ha personalmente cacciato via dalla chat della Lega Sicilia”, ha ribadito l’ex consigliere al Comune di Palermo.
Probabilmente, a scatenare l’ira dei big è stata la riflessione su quello che è stato il risultato di Prima l’Italia sul fronte delle scorse amministrative del capoluogo siciliano, che hanno proclamato Roberto Lagalla sindaco di Palermo a primo turno. La Lega, da un risultato incredibile del 21% alle europee di 3 anni fa, è passata ad un debole 5% su Palermo. Forse è il segnale di un partito che in Sicilia non è più attrattivo, “non incarna più quella forza di rottura con la mala politica siciliana che la gente si aspettava”, aveva detto Gelarda, in un altro post social.
“Dopo oltre quattro anni in questo partito, quattro anni di grande attività su strada e di vera opposizione al sindaco Orlando, ma anche di forti critiche che mi hanno fatto i cittadini per essermi associato al partito di Matteo Salvini, oggi vengo buttato fuori malamente. Sono stato prima oggetto di un pesantissimo attacco politico da parte dei maggiorenti Siciliani di Lega/Prima l’Italia e adesso buttato fuori da tutte le chat ufficiali di partito, solo per avere osato criticare il segretario regionale del partito Nino Minardo“.
“La mia colpa è di avere chiesto un’azzeramento dei vertici e una riorganizzazione del partito dopo la pessima figura delle comunali di Palermo e di Messina (dove abbiamo superato il 5% Per una manciata di voti). E soprattutto ho chiesto che il partito tornasse a parlare dei bisogni dei cittadini che non riescono più ad arrivare a fine mese. Buttarmi fuori è stata la reazione.
“Io non sono uno Yes man, non ho paura di dire quello che penso. Ho sempre difeso la mia città e la mia isola e continuerò a farlo, senza scendere a compromessi. Non voglio incarichi voglio liberare questa terra.
Ho solo paura dei politici che si allontanano dal bisogno dei cittadini. Come purtroppo ha fatto il partito di Matteo Salvini in Sicilia.
Faccio l’ultimo appello a Salvini di azzerare tutto in Sicilia e di ripartire dalla gente. La mia storia politica non è compatibile con un partito che ama più i palazzi che non i cittadini”.
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