La Cassazione ha confermato la condanna a tre anni di reclusione inflitta due anni fa dalla Corte d’appello di Palermo a un appuntato della Guardia di finanza, Biagio Foderà, 48 anni, di Mazara del Vallo (Tp), processato per lesioni gravissime in danno della moglie, Antonia Castelli, di 46 anni. Alla donna, il 12 gennaio 2010, con calci e pugni, Foderà avrebbe procurato la rottura della milza, poi asportata in ospedale. Teatro dei fatti è stata la loro abitazione di Mazara del Vallo.
In fase d’indagine, la moglie del finanziere aveva dichiarato di essersi fatta male accidentalmente, a seguito di una caduta tra le mura di casa, ma il 23 giugno 2016, in Tribunale, a Marsala, in lacrime, dichiarò che era stato il marito a picchiarla, dopo che lei gli confessò che aveva una passione per un altro uomo. A ribadire agli inquirenti la tesi dell’accidentalità erano stati anche i familiari (genitori e fratelli) di Antonia Castelli.
Ma dalle intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze del nucleo familiare, gli investigatori trassero la convinzione che a provocare quelle gravi lesioni alla donna era stato il marito. Per gelosia. A svolgere le indagini, all’epoca coordinate dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata la sezione di pg della stessa Guardia di finanza della Procura di Marsala. In primo grado, il giudice monocratico di Marsala Lorenzo Chiaramonte condannò Foderà a sei anni di carcere.