I sindacati del Teatro Massimo, Slc Cgil, Fistel Cisl e UilCom, Fials Cisal, hanno organizzato oggi un sit-in in piazza Verdi per chiedere risposte sulle stabilizzazioni, sulla dotazione organica e sul contratto di secondo livello. I sindacati chiedono la conversione del rapporto di lavoro per i 42 precari rimasti fuori dal processo di stabilizzazione che interesserebbe solo 105 unita’, giungendo cosi’ come auspicato dalle parti sociali alle 380 unita’ attualmente in forza.
“Il limite piu’ grande della gestione della Fondazione e’ il mancato reperimento di risorse private che pone il Teatro Massimo in fondo alla classifica delle fondazioni liriche italiane, cosi’ come certificato dal Ministero vigilante. Appare incredibile come in 7 anni di mandato non si sia riuscito a trovare uno sponsor che abbia voluto legarsi all’immagine di uno dei teatri piu’ belli e prestigiosi del mondo. La mancanza di un progetto di sviluppo che porti ad una crescita armonica e costante della produzione fara’ perdere alla Fondazione importantissime risorse private e, in funzione del PNRR, anche pubbliche”, sostiene Antonio Barbagallo, segretario provinciale della Fials Palermo.
Aggiunge Marcello Cardella, segretario provinciale della Slc Cgil, “Chiediamo alla Fondazione un impegno perche’ sia avviato per i prossimi anni un percorso di stabilizzazione per i 42 lavoratori che sono rimasti con un contratto a tempo determinato e il tempo pieno per il corpo di ballo, per il quale e’ previsto un orario part time a 9 mesi”. Per Giuseppe Tumminia, segretario provinciale della UilCom, “E’ necessario aprire un confronto con le istituzioni per raggiungere un risultato consono alla funzionalita’ del Teatro”. Francesco Assisi, segretario regionale della Fistel Cisl osserva: “Noi avevamo chiesto la stabilizzazione degli attuali 380 lavoratori del teatro entro tre anni, di fatto e’ stata prevista una pianta organica con 338 unita’, che non e’ sufficiente alle produzioni del teatro”.